Rogo nella casa di Longera, l’inquilino torna in carcere
TRIESTE Edoardo Governale è tornato in cella. Il pluripregiudicato che domenica sera ha causato l’incendio del suo alloggio Ater di Strada per Longera, e che solo pochi giorni fa aveva picchiato brutalmente la segretaria dello studio medico di via Cicerone, adesso è in carcere al Coroneo.
L’altra sera l’uomo ha continuato ad agitarsi anche all’ospedale di Cattinara, dove era stato portato dopo l’incendio. Aveva inalato fumo e servivano accertamenti medici. L’uomo è stato trasportato dall’ambulanza, accompagnata dai carabinieri. Ma è stato necessario l’intervento di un’ulteriore pattuglia per tenerlo a bada.
Governale, cinquant’anni, un nome noto ai servizi sociali e sanitari, alle forze dell’ordine e ai magistrati, in questi giorni stava scontando gli arresti domiciliari nella sua abitazione di Strada per Longera proprio in seguito all’aggressione dell’impiegata dell’ambulatorio. La donna, 67 anni, era stata presa a pugni, a calci e trascinata per i capelli e per il collo. Prima di scagliarsi sulla segretaria Governale aveva seminato il caos nell’ufficio, distruggendo mobili e finestre. Il motivo? Una ricetta rifiutata.
L’episodio è soltanto l’ultimo di una lunga serie di violenze e reati commessi dall’uomo da una decina d’anni. Carabinieri e polizia intervenivano spesso nella sua abitazione. L’ultima volta è accaduto sabato; ci sarebbe stata anche una colluttazione con gli agenti.
La pericolosità del pluripregiudicato, che in passato aveva picchiato anche i sanitari del 118, era ben nota ai vicini di casa, ormai seriamente preoccupati di dover condividere il condominio con lui.
Il rogo di domenica sera conferma che i timori dei residenti erano reali. Governale, comunque, avrebbe incendiato la casa accidentalmente: nel suo alloggio non aveva l’elettricità (sembra nemmeno il gas) e per riscaldarsi utilizzava candele e fornelletti, come afferma più di un vicino. Pare che così abbia fatto l’altra sera: il cinquantenne era sul letto, le fiamme hanno intaccato le coperte, il materasso e poi l’intera stanza. Secondo le testimonianze è stato lui stesso ad allertare gli altri condomini. La casa adesso è inagibile, lì non può scontare i domiciliari. E il carcere, considerata la pericolosità, è inevitabile.
La situazione di disagio del pluripregiudicato, tornato a casa a novembre dopo un periodo trascorso in una comunità a Udine e dopo lunghi mesi passati dentro e fuori dalla cella, non si scopre di certo ora. Governale, alcolista, è seguito dal Dipartimento delle dipendenze dell’Asugi e dai servizi sociali del Comune di Trieste. «La gestione di questa persona, che comunque è nella potestà di poter decidere della propria vita, è sempre stata estremamente difficile», afferma l’assessore Carlo Grilli.
L’uomo dispone di un amministratore di sostegno, l’avvocato praticante Sara Rossi, che fino all’altro giorno si occupava anche di portare la spesa al proprio assistito. «In questo periodo ero in contatto con il Comune per far fronte ai debiti di Governale, cioè per pagare le bollette e gli affitti arretrati con i soldi del reddito di cittadinanza. Dopo il rientro a casa si stava quindi lavorando a un piano per lui assieme ai servizi sociali, in modo da rendergli l’abitazione vivibile. Avevo inoltre incaricato una cooperativa per pulirgli l’alloggio, ma lui non si era fatto trovare, e trovato i fondi per mettergli i mobili». —