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Январь
2021

Cattedre prive di docente: lezioni congelate al conservatorio Tartini di Trieste

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TRIESTE Niente lezioni teoriche di Armonia. In stand by, in parte, anche quelle di chitarra e di pianoforte. È il disagio che sono obbligati ad accettare temporaneamente in questi primi mesi dell’anno accademico gli studenti del Conservatorio Tartini, uno dei più longevi d’Italia tra i tredici istituti storici del Paese.

Il Tartini di fatto è in attesa delle nomine del ministero dell’Istruzione per i posti vacanti dopo otto recenti pensionamenti e alcuni trasferimenti di docenti di ruolo, in totale una decina le caselle da riempire, pari circa al 10% su 89 classi strumentali e teoriche, che corrispondono ad altrettante docenze.

Per qualche corso è stato possibile individuare una soluzione grazie ad alcune redistribuzioni interne o a dei trasferimenti sopravvenuti nel frattempo, ma in altri casi le lezioni non possono iniziare regolarmente. Verranno recuperate non appena saranno ufficializzati i nomi degli insegnanti supplenti che accetteranno di raggiungere Trieste. Città che peraltro, a causa della posizione geografica, scoraggia i possibili arrivi, aspetto che rende ancora più complicato un quadro generale già abbastanza provato da un punto di vista burocratico.



A ottobre 2020 si sono ufficialmente ritirati in quiescenza, con una comunicazione risalente ancora allo scorso febbraio, alcuni nomi storici dell’accademia musicale giuliana, che conta oltre 700 studenti, dei quali quasi il 60% iscritto a corsi di istruzione superiore. A partire da Massimo Parovel, il direttore con il mandato più lungo nella storia del Tartini: ben 18 anni di fila. Le sue lezioni di Armonia non hanno ancora trovato un sostituto. Solo due dei tre professori di pianoforte Claudio Crismani, Paolo Bidoli e Massimo Gon sono stati poi temporaneamente rimpiazzati, su un totale di dieci classi di pianoforte. Resta in attesa anche la classe di chitarra (in totale sono tre) un tempo condotta da Pierluigi Corona.

Sono state invece sostituite per ora le classi di violoncello e pianoforte complementare dopo l’uscita di Pietro Serafin e Michela Urdido. Mentre la classe di flauto traverso, diretta fino all’anno scorso da Luisa Sello, è stata convertita in un’altra. Di questo strumento ne restano quindi attive due.

Spiega il direttore del Conservatorio, Roberto Turrin: «Il numero delle classi in organico in totale deve essere di 89, ma se alcune non hanno tanti iscritti o comunque gli stessi negli anni calano, il Consiglio accademico può convertirle in altre che hanno maggiore richiesta».

A questa situazione derivante dai pensionamenti, si aggiungono poi appunto altri buchi dovuti ai trasferimenti di docenti di ruolo. Sei se ne sono andati. In alcuni casi sono subentrati altri professori titolari di cattedra, che si sono a loro volta spostati nel capoluogo giuliano. Nel frattempo da novembre, quando è iniziato l’anno accademico, per la decina di posti vacanti «in qualche caso abbiamo risolto con le forze interne – annota Turrin –, in altri invece garantiremo il recupero delle lezioni più avanti, in estate magari, calcolando comunque che l’anno accademico, ora con il 50% di lezioni in didattica a distanza e il restante 50% in presenza, si concluderà a causa della pandemia a luglio inoltrato». Ma Turrin sottolinea anche come «Trieste soffra della posizione geografica: non viene indicata dai professori in quanto destinazione non comodissima da un punto di vista dei collegamenti».

Un’ulteriore impasse è legata all’impossibilità di ricorrere ora alle supplenze temporanee. È invece necessario «restare in attesa dell’ok del ministero a procedere con lo scorrimento delle graduatorie nazionali dei supplenti annuali e a seguire quelle d’istituto, cioè contattando i singoli conservatori e facendo una proposta ai docenti inseriti in graduatoria».

Ma come mai le nomine ministeriali non sono ancora state comunicate? Il meccanismo si è inceppato. «Quest’anno le operazioni erano partite molto bene, poi però – conclude il direttore – il procedimento si è bloccato al ministero dell’Economia e delle Finanze».

Ma come specifica la neopresidente della Consulta degli studenti Irene Pauletto, tale stallo non è nuovo agli allievi: «Era capitato anche due anni fa – spiega –. A me mancava il docente di pianoforte, come secondo strumento, che è arrivato a metà anno. Poi sono andata in Erasmus, quindi ho dovuto far slittare di un anno le lezioni per cui la frequenza è obbligatoria. È una situazione che provoca un notevole disagio». —




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