Vandalizzano il parco, poi postano la bravata sui social ma vengono beccati dal sindaco: "Siamo pentiti"

VALVASONE ARZENE. Prima la bravata, poi il pentimento: potrebbe risolversi con un incontro chiarificatore, il caso dei vandalismi messi in atto nell’area di parco Pinni a Valvasone Arzene. Protagonisti, un gruppo di giovani, tra i quali forse anche dei minorenni, che avevano pubblicato sui social il video di quanto fatto. Immagini, come si evince dai fotogrammi forniti dall’amministrazione comunale, scovate dal sindaco Markus Maurmair, il quale, dopo aver interessato dell’accaduto polizia locale e carabinieri, ha lanciato un appello sulla propria pagina Facebook affinché i protagonisti del gesto ne comprendessero la gravità. «Chiedo una mano – aveva scritto – per farlo comprendere ai “fighi” che giocano con le cose degli altri sprecandole e distruggendole: alla fine, queste cose diventano di pubblico dominio. Non solo fate male, ma in più vi riprendete per vantarvi della vostra stupidità? Mi piacerebbe tanto poter scambiare quattro parole con questi “bravi” ragazzi del mio paese».

Ed ecco che qualcuno dei responsabili si è messo in contatto col sindaco, dicendosi pentito. «Possibile che ci incontreremo in questi giorni – ha commentato Maurmair, apprezzando la pronta risposta di alcuni dei ragazzi –: è un bene che si siano fatti sentire, a questo punto l’obiettivo di farli riflettere è stato raggiunto ed è giusto che abbiano l’occasione per redimersi. Rimane la questione degli estintori svuotati e delle sedie rovinate, ma troveremo una soluzione, magari grazie anche alle famiglie, alle quali lancio l’appello di seguire maggiormente i propri figli. So che è una situazione difficile per tutti, quella che stiamo vivendo, ma questo non giustifica danneggiamenti a beni pubblici e privati soltanto per noia, come purtroppo già successo nei mesi scorsi. Temo che, non controllare in tempo queste situazioni, porti a un’escalation».

Diversi i cittadini indignati per quanto successo: da alcuni che hanno chiesto pene severe ad altri che con più equilibrio hanno scritto su Facebook come questi giovani vadano aiutati a capire la gravità del loro gesto e accompagnati verso modelli di comportamento corretti. Una strada che la stessa amministrazione comunale, insieme alle famiglie, se risponderanno all’appello, vuole percorrere.