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Январь
2021

Irina Shayk, 35 anni di (non solo) bellezza

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Irina Shayk, a New York con la figlia Lea
Irina Shayk, a New York con la figlia Lea
Irina Shayk, a New York con la figlia Lea
Irina Shayk, a New York con la figlia Lea
Irina Shayk, a New York con la figlia Lea
Irina Shayk, a New York con la figlia Lea
Irina Shayk, a New York con la figlia Lea
Irina Shayk, a New York con la figlia Lea
Irina Shayk, a New York con la figlia Lea
Irina Shayk, a New York con la figlia Lea
Irina Shayk, a New York con la figlia Lea
Irina Shayk, a New York con la figlia Lea
Irina Shayk, a New York con la figlia Lea
Irina Shayk, a New York con la figlia Lea
Irina Shayk, a New York con la figlia Lea
Irina Shayk, a New York con la figlia Lea
Irina Shayk, a New York con la figlia Lea

Parola d’ordine, resilienza. Che in un 2020 così complicato, è diventata una sorta di necessità: assorbire l’urto senza rompersi, ossia affrontare un evento traumatico e superarlo. Non una novità per Irina Shayk, 35 anni, molti dei quali caratterizzati da sacrifici e difficoltà: «Da piccole, io e mia sorella aiutavamo nostra mamma nell’orto», ha raccontato in passato. «La mia famiglia era povera, sentivo che il mio destino era in un’altra città».

E in effetti non si sbagliava: nata nel villaggio russo di Yemanzhelinsk da un minatore e una insegnante di musica, inizia a suonare pianoforte molto presto ma capisce che il suo futuro è altrove. A 14 anni anni affronta il primo grande trauma, ossia la morte del papà causata di una polmonite, ma non si abbatte e si trasferisce a Celjabinsk, dove frequenta prima un istituto di marketing e poi una scuola per estetiste, insieme alla sorella.

Come in una sceneggiatura di Hollywood, la vita di Irina cambia quando – passeggiando in strada – viene notata dagli scout di un’agenzia locale di modelle. «In realtà sognavo di fare la giornalista, non avevo idea di cosa significasse sfilare. Non parlavo neppure l’inglese». Vola comunque a Parigi, poi Milano e Londra, seppur gli esordi non siano semplici: «Tempi duri, ma felici. Vivevo con 40 euro a settimana, gli altri soldi li spedivo a casa».

«Ai casting venivo spesso scartata», ricorda. «Colpa della mia pelle olivastra e del mio seno abbondante. Non entravo nei vestiti extra-small, le altre ragazze erano magrissime». Anche se il vero episodio di discriminazione lo vive quando le negano l’ingresso negli Stati Uniti perché suo papà era di etnia Tatar, di origine musulmana. Ma neppure questo ostacolo riesce a mettere ko Irina, che in pochi anni raggiunge il top nel suo lavoro.

Oggi è una delle modelle più richieste, ambassador di brand importantissimi, con 14 milioni di follower su Instagram. La sua bellezza è magnetica, i suoi occhi di ghiaccio hanno stregato prima il calciatore Cristiano Ronaldo, al quale è stata legata dal 2010 al 2015, poi l’attore Bradley Cooper, suo compagno dal 2015 al 2019 e padre di sua figlia. Da marzo – mormora il gossip – pare faccia coppia con il commerciante d’arte Vito Schnabel.

Ed è felice. «Quando torno per lavoro in alcune grandi città, ho l’autista che mi viene a prendere e alloggio in alberghi bellissimi», ha ricordato. «Ma le difficoltà iniziali mi hanno aiutato a capire che nella vita non c’è nulla di facile, né di scontato». Un insegnamento che vuole tramandare alla piccola Lea, oggi al suo fianco mentre spegne 35 candeline.

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