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Январь
2021

Canile e gattile dell’Elba, la fondazione tedesca ritira i suoi 600mila euro

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CAPOLIVERI. Non sono bastati neanche 600mila euro messi a disposizione dalla fondazione tedesca Bastet di Amburgo per realizzare il canile-gattile che l’Elba attende da trent’anni. Il finanziamento promesso sette anni fa - era il 2014 quando la Fondazione prese i primi contatti con il Comune di Capoliveri - non c’è più, rimosso dalle voci del bilancio. Il motivo? Le lungaggini della burocrazia e delle decisioni dei sindaci elbani non più in linea con il percorso che aveva in mente la Fondazione. Ma non solo. Dopo anni di attesa il progetto esecutivo partorito a inizio 2020 dal Comune di Capoliveri, ente capofila della Gestione associata del turismo, evidentemente non era stato condiviso con la Fondazione tedesca, principale finanziatore dell’opera i cui costi sono lievitati fino a raggiungere quota 950mila euro. La Fondazione si era impegnata per fare di Capoliveri la città dei gatti, mentre il progetto punta tutto sul canile, lasciando ai felini solo un recinto con poco più di 2000 mq di spazio.

Si riassume in questo modo l’ultimo capitolo della vicenda del canile comprensoriale, il cui iter amministrativo si è trasformato per le associazioni animaliste elbane in una tortura cinese tra annunci, speranze, frenate e marce indietro. Un’opera evocata da anni che, tuttavia, è diventata il simbolo delle difficoltà della politica sovracomunale dell’isola.

La volta buona

«Anche se l’iter è stato lungo, i Comuni ora sono pronti ad appaltare l’opera e puntiamo ad una struttura di eccellenza per l’Elba dato che non prevede solo un canile/gattile ma anche una clinica veterinaria in servizio H24 per tutti gli animali in difficoltà. Le amministrazioni comunali, pur con qualche inciampo politico lungo il percorso, hanno fatto la loro parte e l’opera è oggi pronta per essere realizzata». È il 16 gennaio del 2020, un anno fa. L’allora vicesindaco di Capoliveri Ruggero Barbetti, responsabile della Gestione associata del turismo, commenta in questo modo l’esito dell’incontro pubblico nel corso del quale l’ente ha presentato il progetto esecutivo per la realizzazione della struttura a Colle Reciso. Sono parole degne di un’uscita da un tunnel, di un lieto fine. All’incontro sono presenti le associazioni animaliste che sperano finalmente di aver abbattuto gli ultimi ostacoli. Ma c’è anche il legale della Fondazione tedesca Bastet Siftung di Amburgo, l’ente che con il contributo da 600 mila euro dovrebbe sostenere per quasi 2/3 il peso economico della realizzazione dell’opera. In quell’occasione non fa mancare critiche sul metodo e nel merito del progetto. Qualcosa si è rotto, lo si capirà presto.

Dai gatti ai cani

È il 2014 quando la Fondazione tedesca si fa avanti e avvia i contatti con il Comune di Capoliveri. È disposta a mettere 600mila euro per realizzare una struttura a difesa degli animali. L’idea è quella di realizzare una città dei gatti. Barbetti, all’epoca sindaco di Capoliveri, fiuta l’occasione per sbloccare l’iter del canile comprensoriale già avviato. C’è però da mettere d’accordo tutti i sindaci dell’isola: mica semplice. Il tempo passa e solo nel 2018 i Comuni (tutti tranne Porto Azzurro) firmano la convenzione per la creazione della Gestione associata del canile e del gattile dell’isola d’Elba. Nel 2019 il Comune si affida a dei nuovi progettisti che adeguano l’intervento alla nuove normative. Il progetto esecutivo è pronto all’inizio del 2020 e prevede, tra l’altro, 10 box di canile rifugio, 5 box di canile sanitario, oltre a una clinica veterinaria h24. Lo spazio per il gattile, tuttavia, si riduce a un’area recintata di poco più di 2000 mq. Il costo dell’opera sale a 950mila euro che, nel disegno dei sindaci elbani, sarebbero garantiti per 600mila euro dalla Fondazione e per 350mila euro dagli introiti, già stornati, della Gestione associata del turismo.

La doccia fredda

Agli scricchiolii, tuttavia segue uno strappo. A fine 2020, infatti, la Fondazione tedesca informa il nuovo sindaco di Capoliveri Walter Montagna: il finanziamento è stato ritirato. La motivazione ufficiale è tecnica: la Fondazione non può tenere a bilancio una somma così cospicua per tutti questi anni. I motivi non ufficiali, tuttavia, sono chiari: ritardi infiniti, mancato coinvolgimento nella definizione del progetto, soluzione progettuale non in linea con quanto aveva in testa la Fondazione. E adesso? I Comuni elbani si trovano in mano un progetto per un’opera da quasi un milione di euro, senza un finanziamento certo (anche se la Fondazione non ha chiuso le porte a una nuova negoziazione).

E adesso?

La ferita del canile-gattile mai realizzato all’Elba ha ripreso a sanguinare pubblicamente in questi giorni, con l’ennesimo sos lanciato dall’associazione Animal Project ai sindaci elbani che, tuttavia, non hanno ancora preso posizione sull’argomento. Chi è intervenuto, invece, è l’ex sindaco di Capoliveri Ruggero Barbetti che in questi anni ha seguito in prima linea la vicenda finita con un nulla di fatto. Con una nota stampa ha accusato la nuova amministrazione Montagna, subentrata nel luglio del 2020, e il nuovo corso della Gat di «immobilismo e menefreghismo»: «Questo è solo l'inizio della dimostrazione di assoluta incompetenza di questa amministrazione. A meno che intorno al canile non si tratti solo di incompetenza ma ci siano altri, nuovi e diversi interessi». Montagna, dal canto suo, si è trovato costretto a ingoiare la polpetta avvelenata del finanziamento revocato dalla Fondazione. Ma conta di poter riprendere il discorso interrotto, mettendo di nuovo mano al progetto approvato. «Io sono qui per provare a risolvere i problemi – ha detto al Tirreno – il discorso con la Fondazione sono certo che possa essere ripreso. Convocherò la consulta dei sindaci. Occorre apportare una variante, discuteremo di questo». Chissà, potrebbe essere la volta buona. —

© RIPRODUZIONE RISERVATA




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