Dalla Terra alla Luna Una seconda vita per banchi dismessi
Messi in pensione dall’arrivo dei “colleghi” a rotelle, i vecchi banchi scolastici sono stati in gran parte ritirati dalla Provincia, l’ente proprietario. Molti sono in ottimo stato, altri avrebbero bisogno di una sistemata.
Ed è qui che entra in gioco l’idea dell’associazione “Dalla Terra alla Luna” che riunisce i genitori di bimbi e ragazzi con la sindrome dello spettro autistico.
Spiega la vicepresidente Mariella Ferri: «Il liceo scientifico Roiti ci ha messo a disposizione 17 banchi e 47 sedie, che potrebbero essere rimessi a nuovo e ridipinti per essere donati magari a famiglie in difficoltà o destinati ad altri usi». Un progetto con la doppia finalità di recuperare i banchi inutilizzati e coinvolgere in un’attività manuale gli stessi ragazzi seguiti dall’associazione.
Ma la buona volontà non basta. «I ragazzi avrebbero bisogno di essere seguiti nel corso dei lavori, e per questo servono gli educatori. Ci chiediamo se non ci siano realtà cittadine, tra enti pubblici, fondazioni o privati, disposti a darci una mano per reclutare gli operatori». Anche perché l’iniziativa, prosegue Mariella, potrebbe essere di esempio: «Altre associazioni potrebbero intraprendere lo stesso progetto, e sarebbe bello poter fare rete per recuperare questo materiale e donarlo. I banchi possono diventare scrivanie per una cameretta, per altri si può sfruttare il telaio e realizzare un nuovo ripiano in legno. L’attività manuale peraltro è particolarmente indicata per i nostri ragazzi, e ciò che realizzano potrebbe essere messo a disposizione di altri. Magari rivolgendoci al “Mantello” per la distribuzione».
Il progetto, per il momento, è solo sulla carta, anche se la “materia prima” è già disponibile: «Abbiamo bisogno di ampi spazi per poter lavorare in sicurezza, e l’associazione non ne dispone. Dobbiamo aspettare la bella stagione per lavorare all’aperto, magari utilizzando una tensostruttura. C’è già un’azienda che si è offerta di fornirci gratuitamente la vernice, gli altri attrezzi si possono tranquillamente reperire, molti di noi li hanno in casa per piccole riparazioni e bricolage. Se poi si riuscisse a coinvolgere altri sodalizi, e altre scuole, il progetto potrebbe acquisire maggiore forza e rappresentare anche un percorso di soddisfazione e di crescita per i nostri ragazzi». —
A.M.
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