Ambulanti, affari dimezzati e il dilemma riassortimenti
Nemmeno le festività hanno portato il sorriso sui volti degli ambulanti dei mercati settimanali locali, anzi l’introduzione delle zone rosse ed arancioni ha dato un’altra mazzata ad un comparto che dichiara di essere fortemente in crisi. Le voci dei commercianti presenti ieri in piazza Travaglio sono abbastanza eloquenti. «Sono avvilita e sfinita - dice la bolognese Morena Ferroni, forse la decana degli ambulanti sulla piazza di Ferrara dove lavora da 35 anni col suo banco di abbigliamento - Per stare in piedi ci siamo indebitati fin al collo e i pagamenti delle varie tasse non si fermano. Il fatturato è in calo netto, non abbiamo ristori e lavoriamo in base ai Dpcm, quindi a singhiozzo. Mi spiace solo vedere altre attività lavorare con maggior continuità nonostante non siano all’aperto come noi». Sulla stessa lunghezza d’onda Adelino Tonello, patavino che da 20 anni vende calze al mercato. «Ho riscontrato un calo del 64% rispetto allo scorso anno e lo posso dire con esattezza essendo appena stato dal commercialista - è il suo calcolo - Siamo contenti perché tenere aperto vuol dire speranza, ma navighiamo a vista come i Dpcm. Non sappiamo come muoverci. Ho ridotto gli ordini e adesso non so se riassortire materiale invernale oppure no. Ci chiuderanno ancora? Mi resterà del materiale invenduto in magazzino, che devo però pagare ugualmente subito?». Arriva anche un riconoscimento all’amministrazione comunale, «è stata brava intervenendo con uno sconto sul plateatico (l’imposta per l’utilizzazione del suolo pubblico, ndr) e contingentando gli stalli privilegiando chi aveva posto fisso rispetto agli spuntisti».
Un po’ in controtendenza il veronese Fabio Negretto da 30 anni sul mercato di Ferrara col suo banco di abbigliamento. «Rispetto allo scorso anno è andata male ma non malissimo, sentendo altri colleghi. Girando meno gente girano meno soldi - ragiona - A dicembre ho fatto un 40% in meno rispetto allo stesso periodo del 2019 e non è problema di Ferrara. Faccio due mercati a Verona e due a Vicenza ed è la stessa cosa».
Lamenta minori incassi anche Mahmoud Mhimkr di origine egiziana, titolare di un banco che vende casalinghi ormai da 12 anni. «Se per il Covid gira meno gente è normale si incassi di meno - argomenta - Io posso lamentare un -50%, nonostante possa stare aperto con zona gialla sette giorni e adesso cinque la settimana».
La conferma che la crisi tocca tutti i settori merceologici, la dà il romagnolo Leonardo Falzoni (papà di Alessia, centauro protagonista nel campionato italiano di velocità, ndr) in piazza Travaglio da 13 anni con la sua bancarella di scarpe. «Ho finito le parole - dice laconicamente- La gente non esce, noi non si lavora e quindi non si guadagna. Io ho perso il 65% degli incassi e nulla mi toglie dalla mente che il governo ci ha concesso di stare aperti solo per non dare ristori alla nostra categoria, perché numerosa e quindi onerosa. Niente ristori per noi, però loro però le tasse le vogliono».
Categoria che si lamenta ma c’è chi ci crede ancora. Al martedì dalle 8 alle 13 infatti un banco pesce sarà presente a Pontegradella in via Pontioli nell’area di parcheggio del controviale di via Pontegradella. —
Dario Cavaliere
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