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Январь
2021

Mantova, anche l’Epifania è al presidio Corneliani. Le lavoratrici: «Non ci fidiamo: ora i fatti»

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MANTOVA. Si riunisce domani (6 gennaio) il Cda che dovrà decidere sulla domanda di rinvio del piano di concordato dal 15 gennaio al 15 aprile e i lavoratori aspetteranno il responso del voto al presidio sin dalle 10 mattino pronti a proseguire anche nei prossimi giorni a partire dal 7 e 8 gennaio con scioperi e mobilitazione in crescendo se la risposta non sarà quella garantita lunedì alle rsu dall’amministratore delegato Brandazza. Ovvero l’inoltro inmediato al tribunale della richiesta di una proroga di 90 giorni.

«Non bisogna assolutamente abbassare la guardia e far credere che ci fidiamo di tutto quello che ci dicono perché non ci fidiamo più e finché non vediamo cose concrete e risultati saremo qui a far vedere che siamo pronti a pretendere quello che ci spetta»: la determinazione di Elena Soccornini è quella che anche stamattina si respirava al presidio di via Panizza nell’unica ora di sciopero prima della “tregua” per la visita di Marco Boglione.

«Le buone notizie di lunedì – aggiunge – sicuramente sono state un balsamo perché in queste feste è stato davvero difficile restare positivi. Certo è che anche ora la paura e la diffidenza restano perché non posso fare a meno di pensare a tutte le promesse mancate di questi mesi e questo è il motivo per cui la mobilitazione non viene tolta, per cui siamo qua e ci saremo anche per l’Epifania». Anche Giovanna Giannini delle rsu parla di «sospiro di sollievo per le parole che ci hanno detto» però «adesso aspettiamo i fatti, non molliamo e dobbiamo restare vigili»: «Noi il nostro dovere lo stiamo facendo – aggiunge – noi siamo responsabili e continueremo ad esserlo, ce la mettiamo tutta tutti i giorni per salvare la nostra azienda e quando diciamo che siamo noi la Corneliani è perché fino ad oggi abbiamo sempre dimostrato che chi ci tiene di più all’azienda siamo noi lavoratrici».

Insomma anche se adesso c’è quello che Maurizia Pescasio, anche lei della rsu, definisce «un piccolo spiraglio in fondo al tunnel mentre prima non avevo molte speranze» resta la paura di illudersi un’altra volta e la mancanza di fiducia: «Noi saremo qui tutti i giorni finché non parte la richiesta di 90 giorni di proroga al tribunale per il piano di concordato». Una voglia di non illudersi che non risparmia al momento anche i possibili due nuovi investitori che si sono fatti avanti nelle ultime settimane: «Per me restano tutte cose appese per aria – ci dice Sabrina Gazzini che da 10 anni lavora al reparto cucito – mentre noi vogliamo fatti e concretezza, una firma nero su bianco, allora sì che potrò essere fiduciosa. Finora su nuovi possibili investitori ne hanno dette e ne abbiamo sentite tante da più di un anno. È normale essere pessimiste ormai, perché queste cose le abbiamo provate sulla nostra pelle».




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