UDINE. Da fine agosto al 27 dicembre in Friuli Venezia Giulia sono stati individuati 396 focolai attivi d da Sars-Cov2 di probabile origine scolastica. Il numero è sottostimato perché, come si legge nel report dell’Istituto superiore di sanità (Iss), da fine novembre il sistema di tracciamento è stato sopraffatto dal contagio e le notifiche continuano ad arrivare in ritardo.
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Certo è che anche se nella nostra regione l’indice di contagio calcolato sulla popolazione scolastica è inferiore al 2 per cento, il virus continua a correre anche nelle aule scolastiche. Da qui la decisione di prorogare la didattica a distanza per gli studenti delle scuole superiori.
Anche nelle scuole del Friuli Venezia Giulia la curva del contagio ha cominciato a salire da metà settembre registrando «un aumento progressivo dei casi giornalieri in bambini e adolescenti dai 3 ai 18 anni, raggiungendo il picco a novembre e dicembre». I 396 focolai, però, sono sottostimati, i casi di contagio attribuibili alle scuole sono sicuramente di più.
«Non si riesce a distinguere l’influenza della scuola dal resto, soprattutto in una situazione di grande diffusione come l’attuale» spiega il coordinatore della task-force Covid regionale, l’epidemiologo Fabio Barbone, nel precisare che la difficoltà sta nell’individuare il cosiddetto caso indice: «Non si riesce a capire – aggiunge il professore – se inizia dal bambino, dal ragazzo piuttosto che dall’insegnante o da un altro componente della famiglia.
I colleghi del dipartimento di Prevenzione non riescono a distinguere i focolai scolastici dai focolai familiari». In presenza di due componenti positivi nella stessa famiglia questi casi «vengono attribuiti a focolai familiari, ma di fatto non si capisce se il contagio viene da dentro a fuori o da fuori a dentro la famiglia». Barbone non esclude che molti focolai familiari abbiano avuto origine a scuola.
«Sappiamo che i focolai scolastici sono sottostimati – ripete il professore –, fino alla fine della scuola l’andamento del contagio è salito». Inutile dire che tutti attendono gli effetti delle restrizioni applicate nelle settimane natalizie anche se, al momento, non si nota alcun calo dell’infezione.
Giovedì riapriranno le scuole dell’infanzia, le primarie e le medie superiori di primo grado. «Mi stanno segnalando diverse assenze tra gli insegnanti colpiti dal virus» riferisce la segretaria regionale dell’Associazione nazionale presidi, Teresa Tassan Viol, auspicando di veder potenziare i dispositivi di protezione soprattutto nelle scuole dell’infanzia. «Ho chiesto alla Regione e all’Ufficio scolastico regionale – aggiunge – di dotare di mascherine Ffp2 il personale delle scuole dell’infanzia dove è impossibile garantire il distanziamento sociale tra i bambini più piccoli per i quali non è previsto l’uso della mascherina».