Il sorriso di Stefano Bristot spento dal Covid
BELLUNO
I suoi occhi brillavano. Sorrideva sempre, Stefano Bristot, “Teno” per gli amici. Amava la vita, amava il suo lavoro e credeva nelle potenzialità del centro storico, dove tutti lo conoscevano come imprenditore ma anche come anima del consorzio dei commercianti. Una vita troppo giovane, quella di Bristot, spezzata dal Covid. In due settimane il 62enne si è ammalato, si è aggravato ed è morto, nel reparto di Terapia intensiva dell’ospedale San Martino di Belluno.
La notizia ha raggelato la città ieri mattina. Una morte improvvisa, inspiegabile, se non fosse per quel virus che sta mettendo a dura prova il Paese e che, qualche dolorosa volta, colpisce in maniera durissima anche le persone giovani e in salute. «Siamo costernati, è una notizia terribile», dice la presidente del consorzio Centro storico, Annamaria Bristot. Stefano Bristot le aveva ceduto le redini del consorzio dei commercianti la scorsa primavera, dopo averlo presieduto per un anno.
«Fino a poco prima di Natale era qui in centro, fra via Psaro e i negozi». Bristot con la sorella Graziella gestiva Unique e Petite Fleur, due rinomati negozi di abbigliamento della città. Grande appassionato di motori, prima di vendere vestiti si era dedicato alle automobili. Passione che aveva coltivato anche dopo aver cambiato ramo commerciale: amava i rally, le corse in salita, passione che aveva trasmesso al figlio, diventato pilota. Non perdeva il sorriso neanche nella fatica, Stefano Bristot: sudando sui pedali della mountain bike, sugli sci.
Il primo negozio di abbigliamento lo aveva aperto in galleria Caffi. Poi il trasferimento in via Psaro, con Unique, e in piazza dei Martiri, con Petite fleur. Per vent’anni è stato nel direttivo del consorzio Centro storico e nel 2019 aveva accettato di diventarne presidente, per un anno. Insieme ad un gruppo di colleghi ha organizzato un Natale, quello del 2019, che tutti i bellunesi ricordano (la luna sospesa sulla fontana dei giardini è impressa nella memoria di tutti).
Il Covid lo ha strappato alla vita in una manciata di giorni. Lascia la moglie e un figlio, e tanti amici che non riescono a capacitarsi di quello che è successo. Tutti ne ricordano il sorriso, quegli occhi che brillavano sempre. «Stefano sorrideva sempre», ricorda Silvia Ciani. «Se penso che l’avevo visto pochi giorni prima di Natale...».
«Ci conosciamo da anni e siamo sempre stati in sintonia», ricorda Christian Marchetti. Anche lui è stato presidente del Consorzio, e l’amicizia con Bristot è nata proprio nel direttivo dell’associazione. «Siamo stati in consiglio per vent’anni assieme», continua. «Avevamo costruito un rapporto che andava oltre il lavoro. Era un amico, oltre che un collega. Mancherà il suo sorriso, la sua incredibile voglia di vivere. Era dinamico, si faceva volere bene da tutti. Quando facevamo le riunioni del consorzio poi si finiva sempre a mangiare qualcosa insieme. Era proprio una persona felice, lascia un grande vuoto».
Fatica a trovare parole Annamaria Bristot. «Era sempre allegro, un gran lavoratore anche nel consorzio. Sicuramente faremo qualcosa per lui, in sua memoria, lo decideremo fra qualche giorno. Oggi siamo tutti costernati e ci sentiamo solo di mandare un abbraccio a tutta la sua famiglia».
«Dinamico, esplosivo, un sorriso per tutti», è il ricordo di Giancarlo Ingrosso, che torna con la memoria a quest’estate, alle uscite in mountain bike con Stefano Bristot. «Abbiamo fatto qualche giro insieme, giornate di sport gioiose e piene di entusiasmo», ricorda. «Ci conoscevamo fin da ragazzi, era sferzante nelle battute, una persona che catalizzava l’attenzione in compagnia per la sua allegria ed esuberanza».
Bristot frequentava da anni la palestra Miros: «Altruismo, passione per lo sport, serenità e allegria erano i suoi tratti distintivi», lo ricorda il titolare, Lorenzo Battistel. —