Criticità del Mose, ecco il dossier con la mappa di tutti i problemi
VENEZIA. Criticità. Un termine entrato nel vocabolario del Mose dopo lo scandalo del 2014. Prima di scoprire la corruzione e i “sovracosti”, andava sempre tutto bene. Gli amministratori straordinari del Consorzio Venezia Nuova, nominati dal prefetto di Roma su indicazione dell’Anac di Cantone, avevano scoperto le falle del sistema.
Dossier e rapporti inviati periodicamente al ministero delle Infrastrutture e all’Autorità Anticorruzione. Cause e risarcimenti danni chiesti alle imprese – Mantovani, Grandi Lavori Fincosit e Condotte – per lavori malfatti e materiali “non conformi” a quelli da progetto. Errori e malfunzionamenti da sistemare.
C’è tutto scritto nel rapporto che fu inviato il 12 aprile del 2020 dai commissari del Consorzio Giuseppe Fiengo e Francesco Ossola al prefetto Lucia Volpe, che coordinava il comitato interministeriale di indagine. Un documento importante. Che riassume le vicende venute alla luce negli ultimi anni. E, appunto, tutte le “criticità”. Lavori incompleti o sbagliati. E un costo per sistemarli, che è di circa 200 milioni di euro.
Le cerniere
Il cuore del sistema Mose. Corrosione accertata nell’elemento femmina. Le aveva costruite la Fip di Selvazzano, impresa del gruppo Mantovani. Affidamento diretto, senza gara. Qualche anno fa, la scoperta: la corrosione avanza. La durata delle cerniere non sarà quella prevista nel progetto (100 anni), ma sì e no 15.
Si decide di bandire una gara per trovare nuovi materiali e sistemi. Gara bloccata perché alcuni dei componenti nominati dal Provveditorato nella commissione giudicatrice sono incompatibili. «Non è escluso un conflitto di interessi», scrive il presidente Anac Cantone ai commissari. Si tratta di Dario Berti, ingegnere Comar, e Susanna Ramundo, già consulente del Rina. Gara da 38 milioni sospesa.
La sabbia
A Punta Sabbioni le paratoie non rientrano nei loro alloggiamenti. Succede anche il giorno della visita del premier Conte per la prova generale del Mose. «Un problema che stiamo affrontando», spiega al Presidente il progettista del Mose, l’ingegnere di Technital Alberto Scotti. Si sa da sempre che i sedimenti sul fondo sono un problema per il funzionamento del Mose. Scartata la prima ipotesi, di dotare ogni paratoia di un sistema per espellere la sabbia – troppo complicato sott’acqua – si propone un mezzo per toglierle dall’acqua. Costo 32 milioni di euro. Ma non succede nulla.
La gara da 18 milioni bandita dai commissari nel 2018 è ferma per i ricorsi incrociati delle imprese. E la sabbia resta un problema. Gli impianti Settanta milioni il costo stimato nel documento per completare gli impianti che fanno funzionare il Mose. «Non abbiamo trovato progetti», dicono i commissari. Da sostituire anche molti misuratori sott’acqua e strumenti che alle prime prove già non funzionano.
La conca di navigazione
Scandalo nello scandalo. 330 milioni di costo per una struttura troppo piccola realizzata alla bocca di Malamocco, inadatta a ricevere le navi con il mare mosso. Danneggiata nel 2015, adesso dovrebbe essere riparata con un costo 30 milioni di euro.
Tubi, giunti, valvole
Parti del sistema meno conosciute. Ma essenziali per il suo funzionamento. Nel rapporto firmato dai commissari si parla di “malfunzionamento” e materiali “non conformi”. Da sostituire le 936 valvole che risultano quasi tutte danneggiate dopo anni di immersione e mancata manutenzione. Costo stimato, 11 milioni di euro. Fanno acqua anche i giunti tra un cassone e l’altro, come certificato dalla ditta specializzata Trolleborg lo scorso anno Risultano “difformi” dal progetto i giunti e le bare, ma anche gli steli. Costo per la sostituzione 34 milioni.
La lunata di Lido
Costruita per ridurre le maree, in realtà serviva per proteggere le dighe del Mose. Franata in mare il giorno dopo il collaudo. Contenzioso ancora aperto su chi debba pagare i danni (almeno 8 milionidi euro).
Jack-up
La grande nave gialla attrezzata costata 55 milioni di euro è stata inutilizzata per anni, è stata costruita male. Ed è parcheggiata dal 2013 davanti all’Arsenale. Ed è stata sostituita durante le operazioni di posa delle paratoie da una più economica cavalletta su pontone. Sono serviti 7 milioni per ripararla e, ancora, non è entrata a pieno servizio.
Arsenale
Tutto fermo per l’Arsenale. Dal 2018 il Provveditore Linetti aveva chiesto di spostare la linea della manutenzione a Marghera, nell’ex area Pagnan. Poi la decisione è stata sospesa, con l’arrivo della commissaria Spitz. Quindi, non si sa ancora con precisione dove sarà fatta la manutenzione.
I soldi
Alla fine, la questione riguarda i finanziamenti per la grande opera. Il Mose ha avuto finora oltre 5 miliardi di euro. Un altro miliardo è disponibile. Ma da un anno a questa parte tutte le risorse sono state destinate al completamento dell’opera, lasciando quindi a secco la manutenzione e la riparazione delle “criticità” segnalate. Di chi siano le vere responsabilità, tocca adesso ai giudici accertarlo. —