In coda in farmacia per il tampone rapido nel Padovano: «Morta troppa gente, meglio sapere subito»
VIGONZA. Il gazebo sistemato all’esterno dell’ingresso costituisce un notevole aiuto per mettersi al riparo dalla pioggia battente. Da lì in poi, lo staff coordina le azioni per attenersi scrupolosamente al protocollo. Gli utenti arrivano singolarmente, i documenti d’identità già pronti.
L’avvio del servizio di tamponi rapidi in farmacia inizia così, alla Giacomazzi di Pionca di Vigonza, nell’orario di chiusura, durante la pausa pranzo. È il dottor Maurizio Giacomazzi, il titolare, ad accogliere le persone all’ingresso e mentre misura la temperatura corporea e spruzza soluzione disinfettante sulle mani, ricorda i documenti e scambia due parole, accertandosi dell’assenza di sintomi da Covid o di contatti stretti con persone positive.
Superati i primi test, l’utente si reca dall’infermiere che lo sottopone effettivamente a tampone, per poi immergerlo nel reagente. Ci vorrà una decina di minuti per l’esito che, successivamente, sarà registrato nel portale dell’Usl.
Il servizio ha un costo fissato a livello regionale, di 26 euro. Il primo a sottoporsi al test rapido è il signor Giuseppe, sull’ottantina: «Questa è la mia farmacia di riferimento e quando ho saputo del servizio ho pensato di sottopormi al tampone e mi sono prenotato. Non ho sintomi, mi sento bene ma da quello che si sente, ci sarebbero molte persone che pur stando bene, sono risultate positive» dice. Le sue motivazioni le spiega così: «In generale siamo tutti molto preoccupati, ogni giorno sentiamo che ci sono tanti morti, sembra un bollettino di guerra. Della mia età, molti se ne sono andati».
Dopo di lui, una donna racconta di avere richiesto il test rapido «perché per averlo ci vuole sicuramente meno tempo di un tampone molecolare. Da quello che sentiamo, ci sarebbero tanti asintomatici in giro e fare il test è anche un modo per stare tranquilli». Proprio le persone asintomatiche sono quelle che possono eseguire il tampone rapido: «L’utente» ricorda il dottor Giacomazzi «non deve manifestare nessuno dei sintomi del Covid. Inoltre, non avere avuto contatti stretti con soggetti positivi o sottoposti a isolamento, o essere egli stesso in quarantena. Nel caso in cui si verificasse anche una sola di queste circostanze, il tampone non potrà essere eseguito in farmacia».
Il primo giorno di operatività del servizio ha già fatto registrare 11 prenotazioni, una persona ogni 15 minuti, all’esterno della farmacia e durante l’orario di chiusura, così da tenere separate le utenze. Secondo quanto riferito, ha funzionato correttamente anche il portale in cui sono stati inseriti i dati del paziente e l’esito del tampone. «Tutto questo rientra nell’ambito della farmacia dei servizi», tiene a sottolineare il farmacista, che aggiunge «in caso di positività daremo l’indicazione al paziente di rientrare a casa e telefonare al medico di famiglia». —