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Январь
2021

Reddito di cittadinanza, boom nell’era Covid: Pavia ancora prima in Lombardia

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PAVIA. A settembre è terminato il primo ciclo di erogazione di reddito e pensione di cittadinanza per chi aveva richiesto il beneficio fin da aprile 2019 - primo mese di attuazione della misura - e lo aveva mantenuto per tutto il periodo previsto, diciotto mesi. Alla scadenza dei quali era necessario presentare una domanda di rinnovo, trascorso un mese di pausa tra un periodo e l’altro.

Ebbene, tra tutte le province lombarde Pavia è quella che a ottobre ha fatto registrare la più alta percentuale di richieste di rinnovo, rispetto al numero di domande terminate per raggiunto limite di mesi del primo ciclo: oltre il 73%, quando nelle altre province ci si attesta attorno al 60%. In cifra assoluta, poi, Pavia è al secondo posto (dietro Milano ovviamente) con ben 1.684 richieste di rinnovo a fronte di 2.302 terminate.

Insomma il dato rafforza ulteriormente quello che era emerso fin qui: e cioè che la provincia di Pavia è in rapporto alla popolazione seconda solo a Milano, in tutta la Lombardia, in rapporto alla popolazione, nell’usufruire di questa misura di contrasto alla povertà e all'esclusione sociale, che consiste nell’integrazione dei redditi familiari con obiettivo il reinserimento lavorativo e sociale.

Ma se sulla reale efficacia in termini di politiche del lavoro il dibattito è ancora aperto (il 15% ha trovato una occupazione, ma in 4 casi su 5 con contratti precari: a termine, intermittenti, di collaborazione), di sicuro la misura ha contribuito a offrire un sostegno economico a nuclei in difficoltà. E vista la crescita ulteriore che si è registrata nello scorso anno, reddito e pensione di cittadinanza sono serviti anche da ammortizzatori sociali di fronte alle conseguenze della pandemia sull’impoverimento. In particolar modo nella nostra provincia.

A fine novembre a Pavia si contavano ben 10.443 domande accolte a partire da aprile 2019 (alcune poi terminate o decadute per rinuncia, variazione del reddito o del nucleo familiare), e cioè il 7,2% dell’intera Lombardia (144.113), un tasso molto più alto di quello della popolazione provinciale rispetto a quella regionale (5,4%). Mese per mese la crescita di chi percepiva il reddito o della pensione di cittadinanza è stata imponente, soprattutto a partire dall’inizio della pandemia: da 7.064 di marzo si è arrivati a 8.512 di settembre. Poi, come si diceva, a ottobre per effetto della conclusione del primo ciclo di 18 mesi di sostegno parecchie domande sono decadute, facendo diminuire a 6.315 il numero di nuclei ancora percettori in quel mese, ma già a novembre c’è stato un nuovo prepotente balzo in avanti a 7.633, probabile inizio di una nuova ascesa.

In termini di importo medio pagato, Pavia si conferma al primo posto in Lombardia con 472,35 euro mensili, di cui 521,89 per il reddito di cittadinanza (l’importo più alto di tutto il nord eccetto la provincia di Imperia) e 249,48 per la pensione di cittadinanza (superata al nord soltanto da Genova e Imperia). Il numero di redditi cittadinanza erogati è in ogni caso molto superiore rispetto alle pensioni: l’85% contro il 15%. —




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