Combattere il Covid, a occhi chiusi
Anche se la memoria del vostro smartphone è sempre piena e la batteria sempre sul punto di scaricarsi, l’oggetto da cui non vi separate mai è talmente potente che può dedicare parte della sua capacità di calcolo ai progressi della scienza, aiutando a scoprire che mele, arance, limoni e cavoli hanno proprietà anti-virali. Vi sembra assurdo? Ecco un esempio: la potenza di calcolo del computer dell’Apollo 11, la navicella spaziale che sbarcò sulla Luna, poteva memorizzare al massimo 2.048 parole e dunque non sarebbe stata sufficiente nemmeno per contenere l’articolo che state leggendo. Un moderno smartphone ha una capacità di memorizzazione 500mila volte più elevata dell’astronave che raggiunse il nostro satellite nel 1969, ma ci sono momenti in cui questa potenza resta inutilizzata. Per esempio di notte, mentre si dorme e si ricarica il cellulare.
Il desiderio di utilizzare questa risorsa ha dato vita all’app DreamLab, ideata e sviluppata dalla Fondazione Vodafone: lanciata in Italia lo scorso maggio a sostegno della Fondazione Airc (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro) per il progetto Genoma in 3D, DreamLab trasforma lo smartphone in uno strumento che accelera la ricerca. Scaricando e inviando piccoli pacchetti di dati ai laboratori dell’Airc, l’app già aveva contribuito a fornire la potenza di calcolo di una ricerca scientifica per caratterizzare in modo accurato la struttura tridimensionale del DNA e individuare le mutazioni che conducono all’insorgere della malattia.
Ora Fondazione Vodafone ha annunciato che gli utenti di DreamLab in tutto il mondo hanno aiutato anche l’Imperial College di Londra ad accelerare la Fase 1 del suo progetto di ricerca sul Covid-19 e concluderla in soli sei mesi, un risultato raggiunto in tempi molto più rapidi di quanto sarebbe stato possibile con metodi di ricerca tradizionali. Nella Fase 1 sono state esaminate migliaia di molecole di farmaci e alimenti già esistenti, utilizzando l’intelligenza artificiale per compiere 100 milioni di operazioni matematiche e aiutare gli scienziati a studiarne i potenziali effetti sul Covid-19.
Gli scienziati dell’Imperial College hanno annunciato i primi risultati, tra cui l’identificazione di molecole con proprietà antivirali in alcuni alimenti di uso comune a base vegetale come bacche (in particolare ribes nero, mirtilli rossi e mirtilli), mele, arance, limoni, cavoli, broccoli, cipolle, aglio, prezzemolo e fagioli. Lo studio ha anche rilevato che farmaci comuni potrebbero essere potenzialmente riproposti anche contro il Covid-19. I risultati saranno ulteriormente analizzati dai ricercatori dell’Imperial College di Londra e necessitano ancora della validazione clinica per valutare l’impatto di queste molecole. Quando tutte le fasi della ricerca saranno complete, presumibilmente entro dicembre 2021, i risultati saranno messi a disposizione della comunità medica per facilitare i trial clinici e quelli relativi agli alimenti, che potrebbero potenzialmente tradursi in consigli dietetici per i pazienti Covid-19 in fase di riabilitazione.
Ma come funziona DreamLab? Poiché le necessità di calcolo per condurre una ricerca hanno raggiunto livelli che oltrepassano le possibilità economiche degli istituti, è nato il calcolo distribuito, che consiste nell’unire le forze di tanti dispositivi dislocati nel mondo per realizzare potenze di calcolo enormi nel più breve tempo possibile. Basta avere la connessione a Internet per concedere le risorse inutilizzate del tuo smartphone: scaricando DreamLab (gratuitamente per Android e iOS) è come se tu donassi il tuo smartphone alla ricerca scientifica.
E se temi che possa scaricarsi o che ti possa consumare dati, non ci sono problemi: l’app entra in funzione soltantoquando lo metti sotto carica e, per i clienti Vodafone, non comporta il consumo dei giga del proprio traffico dati. All’interno dell’app puoi scegliere quale progetto sostenere: basta entrare, scegliere la sezione Progetti e poi scegliere quanti dati di rete mobile o Wi-Fi donare alla ricerca. Fino a questo momento, oltre un milione di utenti in 17 Paesi ha scelto di sostenere il progetto sul Covid.
Ma come funziona DreamLab? Poiché le necessità di calcolo per condurre una ricerca hanno raggiunto livelli che oltrepassano le possibilità economiche degli istituti, è nato il calcolo distribuito, che consiste nell’unire le forze di tanti dispositivi dislocati nel mondo per realizzare potenze di calcolo enormi nel più breve tempo possibile. Basta avere la connessione a Internet per concedere le risorse inutilizzate del tuo smartphone: scaricando DreamLab (gratuitamente per Android e iOS) è come se tu donassi il tuo smartphone alla ricerca scientifica.
E se temi che possa scaricarsi o che ti possa consumare dati, non ci sono problemi: l’app entra in funzione soltanto quando lo metti sotto carica e, per i clienti Vodafone, non comporta il consumo dei giga del proprio traffico dati. All’interno dell’app puoi scegliere quale progetto sostenere: basta entrare, scegliere la sezione Progetti e poi scegliere quanti dati di rete mobile o Wi-Fi donare alla ricerca. Fino a questo momento, oltre un milione di utenti in 17 Paesi ha scelto di sostenere il progetto sul Covid.
In occasione dell’annuncio sul successo della Fase 1, Fondazione Vodafone ha lanciato anche Pillow Recipes, un’iniziativa social per sensibilizzare e promuovere l’utilizzo di DreamLab. La campagna social su Instagram e Facebook ha visto il coinvolgimento dello chef pluristellato Bruno Barbieri, che ha preparato nella sua camera da letto delle ricette speciali a partire da alcuni degli alimenti individuati dalla ricerca. Un invito a mettere in mostra le proprie doti culinarie in una cornice ben diversa dal solito ma soprattutto un modo per dimostrare che, grazie a DreamLab, chiunque può dare il proprio contributo per aiutare la ricerca. Anche mentre dorme.