Ecco il “Buran”, il vento dalla Siberia che ci porterà tempeste di neve e temperature polari
Se qualche giorno fa avessero chiesto di scommettere sulla fine dell’inverno e un avvio anticipato della primavera, è probabile che qualcuno avrebbe puntato qui le sue fiches. L’allungamento delle giornate, il sole più alto sull’orizzonte e le temperature più gradevoli lasciavano presagire proprio questo. E anche questi giorni, almeno fino al fine settimana, avranno un tepore quasi primaverile. Invece no. La stagione invernale sta preparando il suo colpo da maestro con un ritorno del freddo a partire da questo fine settimana e che questa volta potrà essere davvero gelido e crudo e in grado di portare le temperature a livelli record.
Motivo: il “Buran” in arrivo dalla Siberia. Per la precisione stiamo parlando di venti sospinti da masse d’aria che provengono direttamente dalle steppe della penisola del Tajmyr, regione che si trova nella Siberia Settentrionale. Si tratta d masse d’aria freddissime ed è raro che si presentino così compatte e imponenti fino ad entrare nel cuore del Mediterraneo. Ma sarà davvero così?
Cosa dovremo aspettarci
Le probabilità che questo scenario vada in porto, ad oggi, sono discrete. I principali modelli matematici, dall’inglese Ecmwf allo Statunitense Gfs, si stanno allineando verso questa ipotesi. Diciamo che possiamo parlare di un buon 60% di realizzazione per l’Europa Orientale, almeno fino alle aree Balcaniche, mentre siamo intorno al 50% per quel che riguarda il nostro Paese. Ricordiamoci, infatti, che stiamo sempre parlando di una previsione meteorologica soggetta ad ampi margini di errore ad una settimana o più giorni di distanza.
I modelli matematici, però, mostrano anche la possibilità, ad oggi, che il lago gelido colpisca in pieno anche l’Italia. Non stiamo parlando della classica goccia fredda in quota, che vaga per migliaia di chilometri in atmosfera e che può incontrare, nel suo movimento, una serie di variabili tali da modificarne la traiettoria. In questo caso siamo di fronte ad una massa gelida imponente, con temperature in quota freddissime (a 850 hpa, circa 1500 metri di quota, potremmo trovarci con termiche a -15°C in libera atmosfera), in movimento retrogrado da Est/Ovest dal cuore delle zone Siberiane verso l’Europa.
Cos’è il Buran e come fa ad arrivare da noi
Ma che cos’è il Buran (i mass media utilizzano spesso la parola Burian, ma è errato) è, come detto, un vento gelido e impetuoso (Il termine deriva dalla lingua russa o ancora prima dal turco burağan, che significa "vento molto forte"), capace di soffiare anche a 70 km/orari, di far scendere la temperatura anche di 10 gradi in poche ore e che arriva dal Nord Est delle zone siberiane e delle aree kazake. Nel suo movimento attraversa le pianure sarmatiche e si spinge, molto di rado, anche verso la più mite Europa Centrale e Meridionale. Questa massa d’aria trae origine dall’Anticiclone Russo/Siberiano (quello che in gergo meteorologico viene chiamato “Orso”) che si forma proprio tra la Siberia, il Kazakistan, la Mongolia fino al mar Caspio. Perché arrivi da noi è necessario che la massa gelida trovi un percorso costruito ad hoc.
E’ necessario, ad esempio, che in Atlantico si formi un Anticiclone di blocco e che quest’ultimo pieghi verso Nord Est, sulla Pensiola Scandinava. In questo modo l'aria di origine siberiana scorre così lungo il bordo orientale del ponte altopressorio fino nell’Europa Centrale. Qui i venti gelidi causano il famoso fenomeno del Blizzard (accade sulle regioni Adriatiche, quando lo sbarramento è dovuto agli Appennini), ma accade anche sulle Regioni italiane di Nord Ovest, dove lo sbarramento è costituito dalle Alpi occidentali (basta ricordare il blizzard si Santa Lucia, nel 2001). Gli eventi più freddi, solitamente, accadono nel corso del mese di febbraio. Questo perché il Vortice Polare, in inverno compatto e quasi inespugnabile, tende ad allentare un po’ la sua corsa. Teniamo presente che nel corso di questo inverno, infine, ben due fenomeni di Stratwarming hanno colpito al cuore proprio il Vortice Polare.
Per avere la certezza che questo accadrà davvero dovremo attendere ancora qualche giorno. Le corse dei modelli matematici lasciano intravedere ancora qualche incertezza (è normale a così tanta distanza temporale) ma chi ama freddo e neve potrà continuare a sognare. Secondo le previsioni le prime avvisaglie dovrebbero esserci venerdì, quando la colata gelida farà scendere i termometri abbondantemente sotto lo zero in buona parte del Paese. Ma sarà a partire da domenica/lunedì, giusto il tempo che l'aria gelida sedimenti nei bassi strati, che la colonnina di mercurio potrà toccare, nelle aree di pianura anche i -10/-12 gradi sottozero. E all’orizzonte potrebbe esserci anche un’interazione di correnti Est/Ovest quando, proprio a partire da lunedì sembra possa arrivare una perturbazione dall’Atlantico. In questo caso aria più umida scorrerà su un “cuscino” gelido: il mix giusto per portare abbondanti nevicate.
Tutto questo, ovviamente, se le previsioni saranno rispettate. Manca ancora una settimana e, ad una simile distanza temporale, molte cose possono ancora cambiare.