Omicidio di Rossella Placati. Il sospettato Saveri resta in carcere: «Può uccidere»

Il principale sospettato dell’omicidio di Rossella Placati non risponde al giudice che teme la fuga e un’altra azione assassina

BONDENO. Può scappare e inquinare le prove, ma potrebbe anche uccidere ancora: nelle 15 pagine dell’atto che fa rimanere in carcere Doriano Saveri, accusato dell’omicidio volontario aggravato della compagna Rossella Placati, il giudice Vartan Giacomelli, va oltre le richieste della procura e infila nell’ordinanza di custodia in carcere, il pericolo di fuga, di inquinamento e di reiterazione del reato. Perchè Saveri è persona fuori controllo, disorientata, lo era fin dalla domenica mattina quando mandava messaggi concitati, diceva frasi allusive che ora i tanti testimoni leggono come presagio. Che Saveri avrebbe ucciso - come sostiene la procura, tesi accolta dal giudice - per uno choc improvviso, passionale, dovuto alla rottura del rapporto con la compagna, operaia dell’Haemotronic di Mirandola, che già l’8 febbraio, in un messaggio lo aveva invitato ad andarsene dalla sua casa, uscire dalla sua vita.

Lui non si rassegnava alla rottura. Lei aveva accettato che restasse: in una occasione, sbollendo rabbia e tanto altro, gli aveva anche inviato una preghiera buddista (Rossella si era avvicinata al buddismo) e in attesa che trovasse un’altra casa aveva accettato dormisse in cantina o al piano terra della casa di Bondeno dove vivevano una vita separata, scandita da frequenti liti. Nonostante lui stesso avesse provato a riaccendere la passione ormai spenta (rose rosse per San Valentino) il rapporto era conflittuale. E quello sarebbe il movente con un ultimo litigio, il più aspro: lei, dopo il diverbio lo minaccia con un coltello puntato all’addome che gli buca le due maglie e lui per difendersi - dice agli atti - si sarebbe anche tagliato.

La decisione del giudice verte sul fatto che la donna sarebbe stata uccisa dopo le 22 di domenica. In linea teorica, poichè sarà l’autopsia fissata per lunedì a stabilirlo con più esattezza, riducendo la finestra sul decesso. Da qui, ragiona la procura elencando gli indizi, nel caso la morte fosse avvenuta dopo le 22, non può che essere stato Saveri ad uccidere la compagna perché solo in casa con lei. E se invece l’omicidio fosse avvenuto prima delle 22? I dati oggettivi fissano Saveri fuori casa dalle 20.15 fino alle 22 quando lo vedono un vicino e l’ex moglie di Vigarano.

L’ipotesi alternativa a Saveri come presunto assassino, è che qualcuno sia entrato in casa mentre lui non c’è e abbia potuto uccidere la donna: Chi aveva le chiavi di casa o altri amici che Rossella Placati doveva conoscere bene? Domande su cui sono in corso accertamenti, a 360 gradi, dicono gli inquirenti. Ma resta solo Saveri, come presunto assassino: visto che la donna è stata ritrovata in accappatoio nello stanzino al piano superiore.

Ma Saveri non ha spiegato, si è avvalso della facoltà di non rispondere: silenzio assoluto, confermando quanto detto nell’interrogatorio fiume tra lunedì pomeriggio e martedì mattina quando è stato arrestato. Ripetendo “io non ho ucciso Rossella”. Ma anche il giudice non gli ha creduto. —

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