Niccolò Agliardi: «Quando Laura Pausini mi ha chiamato per dirmi “abbiamo vinto”»
Che avesse vinto il Golden Globe per la migliore canzone originale Niccolò Agliardi lo ha scoperto nel sonno, verso le quattro del mattino. «Mi ha chiamato Laura per dirmelo. Mi sono addormentato verso l’una, ma ho lasciato il telefono acceso perché volevo essere avvisato qualsiasi cosa accadesse, e così è stato» spiega Agliardi il giorno dopo, con la voce intorpidita da una notte quasi insonne e il cuore gonfio di gioia e di gratitudine. «È stato un risveglio lisergico sentirsi dire “hai vinto il Golden Globe”» continua Niccolò che, alla cerimonia trasmessa durante la notte tra il 28 febbraio e il 1° marzo a Los Angeles e a New York, ha vinto grazie a Io sì (Seen), la canzone che ha scritto insieme a Laura Pausini e a Diane Warren inserita nella colonna sonora de La vita davanti a sé, il film di Edoardo Ponti con Sophia Loren disponibile su Netflix.
https://www.youtube.com/watch?v=imjSm7FNmwEPrimissima sensazione al momento della notizia?
«È una notizia che è arrivata nel sonno, in quel passaggio stranissimo tra il sogno e la veglia in cui può capitare di tutto: può essere la realtà che si trasforma in onirico e l’onirico che diventa realtà. Lì per lì ho fatto fatica a capire da che parte della linea fossi. Poi ho aspettato che si svegliasse mio figlio e me lo sono abbracciato forte, dopodiché siamo andati a fare colazione insieme».
Dica la verità, un po’ era in all’erta il giorno prima della cerimonia?
«Ho imparato a non essere molto in all’erta perché la mia vita è sempre andata così: ad aspettare troppo le cose, non sono mai riuscito ad averle. Ho cercato di andare a Sanremo molte volte e non mi hanno mai preso, poi all’improvviso ti svegli e scopri che hai vinto il Golden Globe e che sei candidato alla shortlist degli Oscar: tutto questo fa molto ridere, o rimani “schiscio” o in all’erta, a seconda di cosa uno vuole».
Insomma, il corso della vita è imprevedibile.
«La vita decide quasi tutto da sola, ma quando raccogli i frutti sembra che ti abbia spiato di nascosto tutto questo tempo per vedere se concederti o meno la fortuna. Di fortune, però, ce ne sono di diversi tipi: quelle mignotte che vanno col primo che passa e quelle più collaudate. Nel mio caso vale la seconda, e questo mi rende molto grato».
Io, sì, a questo proposito, racconta anche molto della sua vita personale.
«È una canzone molto aderente alla vita che ho vissuto negli ultimi anni. Anche io sono un genitore affidatario single, e so cosa vuol dire accogliere una persona nella propria vita contro ogni legame di esistenza a livello sanguigno, costruendo un legame organico, biologico, in grado di cambiarti la vita. Può immaginare cosa abbia significato per me raccontare una storia molto mia realizzata da un regista che non conoscevo e cantata da una grande amica con la quale ci siamo accompagnati negli ultimi anni. L’emozione più grande è stata andare da mio figlio stamattina e dirgli “abbiamo vinto. Tu, io, Laura”. È una figata senza senso».
C’è anche da considerare che avete rappresentato l’Italia alla cerimonia.
«Sapere di essere portatori di una nazione ti fa sentire la responsabilità, ma è stato senza dubbio fighissimo. Non voglio essere retorico, quindi dico semplicemente che l’essenza di tutto è proprio “la vita davanti a sé”, le immagini che ti aspettano».
Potrebbe aspettarvi, infatti, la candidatura agli Oscar…
«Bisogna stare attenti ad avere queste speranze: non tiriamocela così tanto (ride, ndr). Godiamoci il Golden Globe e godiamoci la giornata per adesso».
A proposito di questa giornata, come festeggerà?
«Andrò a Roma per lavoro: stasera festeggerò con due grandi amori della mia vita che mi prepareranno una sorpresa. Sono molto contento che sarò con loro».