L'esterno classe '93, romano e romanista, ha militato per tre anni nel settore giovanile biancoceleste. Dopo tanti anni la firma con Totti, 'sedotto e abbandonato'
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Nella storia del calcio capitolino è capitato tante volte che nei settore giovanili di
Roma e
Lazio militassero ragazzi e bambini tifosissimi della squadra opposta a quella di appartenenza. È stato il caso anche di Amato
Ciciretti, romanista portato in biancoceleste da Giancarlo
De Sisti (a proposito di 'scambio di colori'), che lo aveva visto quando militava nella squadra della parrocchia di Casetta Mattei.
"Ero piccolo, ma tre gol sono tre gol. Era un'occasione incredibile. Non si poteva dire di no. Il giorno dopo De Sisti chiama a casa per comunicare l'interesse della Lazio - racconta Ciciretti a 'grandhotelcalciomercato.com' -
. A papà non è mai interessato il calcio, quindi non disse nulla. Mamma ovviamente accettò. Mio zio invece è tifoso della Roma fino al midollo, non si è mai perso una mia partita. Mai. Da quando sono piccolo ad oggi al Chievo Verona. Quei tre anni alla Lazio non ne vide una".
Non è bastato il successivo approdo di
Ciciretti al settore giovanile della
Roma per lavare 'l'onta':
"Mi ha obbligato a scrivere una lettera di pentimento. Se ci ripenso ancora rido. Dopo tre anni con la maglia della Lazio, per come vive lui la rivalità, dovevo ripulirmi prima di indossare la maglia giallorossa". A Trigoria sboccia con
Stramaccioni: "Gli devo davvero tanto. Mi cambiò ruolo, mi fece diventare il calciatore che sono ora". Poi i prestiti e infine il
Benevento, dove
Ciciretti, classe '93, esplode fino all'arrivo al
Napoli: "Quell'estate arrivarono tante offerte. Genoa, Sampdoria e Udinese, ma quando chiama il Napoli come fai dire di no? Mi hanno voluto fortemente e poi Vincenzo (Pisacane, il suo agente,
ndr) è di Napoli, voleva portarmi a tutti i costi lì. Mi fido ciecamente di lui, ma gli avevo fatto una sola richiesta, 'avvisami se c'è un'offerta della Roma'".
Dai giallorossi non è mai arrivata nessuna chiamata, ma l'attuale calciatore del
Chievo Verona, in
Serie B, in qualche modo ha ripreso contatto entrando nella scuderia di Francesco
Totti. Salvo poi, dopo pochi mesi, tornare nell'agenzia del suo ex procuratore Vincenzo
Pisacane: "Totti ha capito i motivi e lo ringrazio per avermi liberato. Non era un cruccio, non c'erano discorsi economici. Avevo solo bisogno di ritrovare accanto a me una persona troppo importante".L'articolo Ciciretti: “Mio zio mi ha obbligato a scrivere una lettera di pentimento dopo aver giocato nella Lazio” sembra essere il primo su Forzaroma.info.