Gorizia, c'è un precedente: nel 2005 un sondaggio bocciò il senso unico in corso Italia
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All’epoca l’iniziativa promossa da Adoc e Ascom sul progetto del sindaco Brancati L’ideatore Previti: «Con più confronto, meno errori». Dati simili a quelli del Piccolo
GORIZIA Verrebbe da dire: corsi e ricorsi storici. Era il gennaio 2005. E l’allora sindaco Vittorio Brancati (di centrosinistra) propose l’introduzione del senso unico in corso Italia in uscita dalla città.
In contemporanea, il Piano del traffico prevedeva un altro senso unico, in entrata da via Duca d’Aosta. Apriti cielo. Anche allora, come oggi, scoppiò il finimondo. E l’Adoc, l’associazione dei consumatori, allora guidata dal vulcanico Ugo Previti, diede vita a una consultazione simile – in un certo senso – a quella effettuata nelle scorse settimane dal Piccolo.
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Il risultato? Emerse un “no” deciso e inequivocabile al senso unico in corso Italia. Fu questo il responso del “referendum” promosso dall’Adoc in collaborazione con l’Associazione dei commercianti. Furono 1.862 le schede, chiamate anche allora coupon, raccolte dai negozianti. La stragrande maggioranza dei cittadini votanti, ovvero 1.278, scelse infatti il mantenimento del doppio senso di circolazione; 489 si espressero invece a favore del senso unico in entrata, ovvero la soluzione attuale. C’è anche una curiosità statistica: 95 furono le persone che dissero “sì” al senso unico in uscita, previsto dal Piano del traffico comunale, previsto dalla giunta Brancati. E sempre 95 sono state le preferenze, oggi, per il senso unico in entrata, senza alcun correttivo, proposto dall’attuale amministrazione comunale.
«Non posso che essere soddisfatto per l’alta partecipazione della gente alla consultazione, che è andata oltre ogni più rosea previsione – disse allora Ugo Previti –. Ciò testimonia che il problema della viabilità in corso è molto sentita e c’era voglia, fra i cittadini, di far sentire la propria voce».
Le urne vennero ospitate nei negozi cittadini e ognuno poteva votare e dire la propria opinione. Diversi goriziani poi si sbizzarrirono e, oltre alla votazione, si lasciarono andare anche a tutta una serie di suggerimenti, corredati da bozze, progettini, schizzi con la matita su fogli a quadretti. Proprio la stessa cosa che è successa con la consultazione del Piccolo.
Al di là dei corsi e ricorsi storici (sono passati poco più di 15 anni), qual è il pensiero oggi di Previti, segretario regionale della Uilscuola e non più numero uno dell’Adoc? «Se proprio senso unico ha da essere, sarebbe stato assurdo farlo in uscita, come aveva previsto Brancati. Meglio la soluzione in entrata come fatto, invece, dall’attuale amministrazione comunale». Ciò non significa però che non vi siano criticità, secondo il sindacalista. «La corsia per le auto è troppo stretta. Se c’è un’emergenza? Se devono intervenire ambulanze e vigili del fuoco, dove si mettono? Si rischia l’ingorgo. E l’altro problema è l’uscita dalle auto in sosta. L’apertura della portiere rischia di far bloccare il traffico. Quindi, personalmente, sono favorevole al senso unico ma con le modifiche: va eliminata la corsia di posti-auto accanto alle ciclabili».
Poi, il discorso si sposta sulla carenza di partecipazione. «C’è stata qualche riunione in commissione sul tema? Hanno riflettuto abbastanza prima di dare il via al senso unico così com’è concepito oggi? Ci fosse stato un maggiore confronto, forse, si sarebbero evitati gli errori che si stanno già evidenziando durante la sperimentazione», osserva Previti.
Intanto ieri sugli alberi di corso Italia sono andate avanti le operazione di taglio dei rami pericolosi. —
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