BELLUNO. Le banche hanno detto no. No al prestito da 15 milioni di euro all’Acc di Borgo Valbelluna. Un no definitivo alla proposta di prestito “semplice” avanzata dal commissario Castro, ma resta l’apertura in caso di garanzie da parte dello stato. Si fa dannatamente complicato il futuro dello stabilimento di Mel e dei suoi 300 lavoratori.
La lettera di Castro
Nei giorni scorsi il commissario straordinario Maurizio Castro ha preso computer e tastiera per scrivere a chi, in un modo o in un altro, è coinvolto in questa vicenda: dai rappresentanti del Governo all’assessore regionale Donazzan, dal presidente Padrin alle associazioni imprenditoriali provinciali, dalla prefettura a Veneto Lavoro.
In tale lettera Castro riferisce di aver incontrato gli istituti di credito coinvolti nel dossier Acc (Unicredit, Intesa San Paolo, Banca Igis, e Banca Finint): «Tali istituti», scrive Castro, «mi hanno comunicato, a conclusione dell’istruttoria avviata a seguito delle sollecitazioni istituzionali ricevute e sulla base dell’ampia documentazione loro inviata da Acc, il 16 febbraio, la loro conclusiva posizione: essi non ritengono erogabile alcun credito a favore di Acc, né sulla base della Garanzia Italia, né sotto forma di finanziamento-ponte. A mia precisa domanda, se cioè tale posizione fosse rivedibile laddove fossero destinatari di una espressa richiesta in tal senso da parte del Governo nell’ambito di una operazione coordinata di salvataggio industriale e occupazionale, la risposta di tutti e quattro gli istituti è stata: l’esito negativo della valutazione tecnica sulla “bancabilità” di Acc in amministrazione straordinaria è definitivo”.
Dopo aver sottolineato gli effetti nefasti che tale comunicazione potrebbe determinare presso i fornitori e i clienti di Acc, Castro rivolge un accorato appello agli addetti ai lavori, «affinché mobilitiate ogni iniziativa utile a impedire la fine dell’attività industriale di Acc, le cui risorse di cassa vanno a esaurimento alla fine del mese». E poi ricorda i risultati conseguiti dallo stabilimento nel mese di febbraio, che sono stati «assolutamente positivi, con un vigoroso miglioramento dei dati relativi alla produzione, alle vendite e al fatturato, rispetto sia al 2020, sia agli anni precedenti: le vendite, nel primo semestre del 2021 sono state superiori del 36,5% alla media fatta registrare negli anni 2014-2020 dalla gestione cinese di Wanbao».
La posizione delle banche
Fonti vicino al dossier spiegano che il Piano economico e finanziario, presentato dal commissario Castro, dopo essere stato esaminato con attenzione e delicatezza dagli istituti finanziari, vista la situazione territoriale e occupazionale, non è sostenibile. Le banche, comunque, si sono dimostrate disponibili a valutare eventuali nuove soluzioni. —
