Asolano e Pievigino a rischio zona rossa: dilagano i focolai legati alle scuole
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Il virus avanza anche nell’ex Ulss 7, incidenza in crescita. Farra di Soligo e Nervesa due dei Comuni più colpiti
TREVISO. Con gli attuali numeri di contagi, i distretti di Asolo e di Pieve di Soligo - che include anche Conegliano - sarebbero già zona rossa. Un provvedimento tuttavia che la Regione per ora tiene come estrema ratio, se nei prossimi giorni le misure di contenimento legate alla zona arancione non daranno benefici.
Ma che la situazione sia allarmante è sotto gli occhi di tutti: a partire dalla direzione dell’Ulss 2, che guarda ai comuni di Asolo, Nervesa della Battaglia e Farra di Soligo come principali focolai.
Nel distretto di Asolo la media è schizzata a 288 casi ogni 100 mila abitanti. Ma a preoccupare l’autorità sanitaria è soprattutto la rapida avanzata del virus, che nel distretto di Pieve di Soligo sta guadagnando terreno con 194 casi ogni 100 mila abitanti. «La cosa che più contribuisce ad alzare la media generale sono i focolai» dice il direttore generale dell’Ulss di Marca Francesco Benazzi. Tra le aree più colpite è lui stesso a indicare Asolo e Nervesa della Battaglia, facendo riferimento al territorio dell’ex Ulss 8. Nonché Farra di Soligo nell’ex Ulss 7. «Sono tutte e tre zone dove abbiamo avuto una recrudescenza del virus, con gli incrementi maggiori di positività, soprattutto a livello scolastico per quanto riguarda Farra di Soligo» commenta Benazzi.
L’incidenza
Il parametro dell’incidenza dell'epidemia prevede il possibile ingresso in zona rossa se si superano i 250 casi settimanali ogni 100 mila abitanti. Decide la Regione. Oggi 11 marzo intanto scatta la chiusura delle scuole (dalla seconda media in su) nel distretto asolano.
Arginare la corsa del virus in Destra Piave, dove il tasso di positività è schizzato nell’ultima settimana a 288 casi ogni 100 mila abitanti, è l’obiettivo delle restrizioni appena applicate. Sotto stretta osservazione è anche l’evoluzione dell’epidemia nel distretto di Pieve di Soligo.
«Una volta che raccogliamo i dati per singoli Comuni, dobbiamo calcolare la media a livello di distretto, se questa supera i 250 casi per 100 mila abitanti tutta l’area passa automaticamente in “zona a scuola chiuse”, anche se ci sono Comuni con un tasso medio o basso di contagi» commenta il dg Benazzi.
La logica di scegliere il distretto come territorio destinatario dei provvedimenti restrittivi sul fronte scolastico è stata spiegata dall’assessore alla Sanità del Veneto Manuela Lanzarin: «Non ci siamo inventati nulla, il decreto prevede il parametro dei 250 casi su 100 mila abitanti. Noi applichiamo quello, abbiamo fatto diverse simulazioni: su singolo Comune non aveva senso, su base provinciale e regionale diventava troppo dispersivo, quindi abbiamo ritenuto che i distretti avessero la dimensione più ottimale per applicare i provvedimenti prevenzione e chiusura temporanea delle scuole di 14 giorni e monitoraggio». Con i numeri attuali nel distretto ex Ulss 7, quindi, anche Conegliano rischia di dover chiudere le scuole come nell’Asolano (dalla seconda media alla quinta superiore).
Il fronte dei ricoveri
La progressione del contagio preme sugli ospedali trevigiani. L’Ulss 2 stima che il picco dei malati arriverà attorno al 25 marzo, una decina di giorni dopo quanto previsto finora dagli esperti. «In questo lasso di tempo abbiamo calcolato di dover tarare le nostre strutture per ricevere 100 pazienti» commenta il dg Benazzi.
L’aumento delle postazioni nei due Covid Hospital della Marca è in fase di attuazione. All’ospedale di Vittorio Veneto sarà aperta una nuova ala Covid da 25 letti, portando la dotazione complessiva a 110 letti. Oggi è fissato il vertice tra l’Ulss 2 e la direzione dell’ospedale San Camillo di Treviso per la riattivazione di un nucleo Covid da 36 posti letto. —
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