Cadorino pestato all’uscita del bar: due arresti

Sono indagati per tentato omicidio. La polizia di Macerata ha terminato le indagini sull’aggressione del 16 gennaio in centro al padre di famiglia di Auronzo

AURONZO. Due arresti per le botte al padre di famiglia di Auronzo. La polizia di Macerata ha fatto scattare le manette ai polsi dei cittadini albanesi Orges Falli di 34 anni e Enrriko Jashari di 22. Entrambi sono ritenuti responsabili del pestaggio di Daniele Vecellio e il sostituto procuratore Rita Barbieri ha aperto un fascicolo per l’ipotesi di reato di tentato omicidio. Nei prossimi giorni l’interrogatorio di garanzia, nel frattempo gli indagati sono stati portati nel carcere di Ancona Montacuto.

Daniele Vecellio, 36 anni, originario di Auronzo ma residente appunto a Macerata, ora sta meglio e ha lasciato l’ospedale anconitano di Torrette, dove lo scorso 16 gennaio era stato ricoverato. Sta di nuovo lavorando come operaio in una ditta di Montecassiano che realizza cartongessi e ricorda poco o nulla di quel drammatico pomeriggio, nel centralissimo corso Cavour. Ha una compagna e una figlia piccola.

Verso le 20, Vecellio era appena uscito da un bar, dove aveva bevuto qualcosa con un amico. Secondo una prima ricostruzione, quest’ultimo si è allontanato di qualche metro per andare a parlare con dei conoscenti; a quel punto sono arrivati almeno due uomini, che l’hanno aggredito, prendendolo a pugni e a calci. Non appena l’altro si è accorto di quello che stava succedendo, ha provato, in qualche modo, a fermare gli aggressori, che però sono riusciti a scappare.

Sul posto sono intervenute sia la Volante e sia la pattuglia della Squadra mobile e le indagini hanno preso il via immediatamente con le deposizioni di alcuni testimoni, mentre Vecellio veniva trasportato in gravi condizioni (traumi soprattutto al torace, al cranio e al volto) dall’ambulanza prima all’ospedale di Macerata e poi a quello di Ancona. I medici si erano riservati la prognosi.

In un secondo momento, la polizia ha acquisito le immagini dell’impianto di videosorveglianza, che guarda corso Cavour, dalle quali devono aver ricevuto delle importanti indicazioni, anche se per il momento gli investigatori e la magistratura non hanno rivelato molti particolari.

La Squadra mobile ha trovato parecchi riscontri ai sospetti iniziali e il 12 marzo gli agenti hanno bussato alle porte delle abitazioni di Falli e Jashari, soggetti che risultano noti agli uffici. Entrambi sono stati arrestati e portati inizialmente in Questura, prima di essere tradotti in carcere, a disposizione dell’autorità giudiziaria. —