Il sindaco di Mantova replica: «Disegno rinnovato, il parco dialogherà con Palazzo Te»
Palazzi al professore: «Non conosce il progetto definitivo». Verranno piantati trecento alberi e ci saranno giochi d’acqua
MANTOVA. «Ho l’impressione che il professor Togliani commenti il primo rendering dello studio di fattibilità, datato oltre un anno e mezzo fa, e non abbia preso visione delle 85 pagine di relazione storico-paesaggistica con l’inserimento del progetto definitivo, che ha già ottenuto il parere positivo della sovrintendenza e che deliberiamo tra poche settimane per dare avvio alla gara lavori. Quando vuole questi documenti sono a sua disposizione».
Così il sindaco Mattia Palazzi replica al docente del Politecnico e alle sue critiche sul progetto relativo al Parco del Te, che non dialogherebbe con la villa giuliesca. «In più occasioni – ricorda il primo cittadino – abbiamo condiviso con il professore l’enorme lavoro fatto in questi anni sul recupero e valorizzazione del patrimonio. Nessuna amministrazione negli ultimi venticinque anni ha investito quanto noi in tale opera».
Prima di giungere alla definizione finale del progetto, «frutto di incontro con Unesco, Sovrintendenza e Comune, è stata fatta un’analisi del quadro di riferimento paesaggistico, urbanistico, territoriale e, soprattutto, un approfondimento sulla stratificazione storica del sito riferito ai giardini di Palazzo Te. È stato preso in considerazione il vincolo monumentale e paesaggistico ricadente sull’area, così come le linee guida vincolanti contenute nei documenti prodotti dall’ufficio Mantova e Sabbioneta patrimonio mondiale Unesco chiaramente illustrati all’interno del volume del 2018 “I Giardini dei Gonzaga. Studio, rilievo e analisi per il recupero e il restauro” ».
Per il sindaco, «come si può evincere dai rendering che accompagnano il progetto definitivo presentato, due sono state le preoccupazioni principali: il parco si deve aprire alla vista di Palazzo Te e deve essere ben collegato a quest’ultimo; la vista da Palazzo Te e dal parco verso lo stadio, e verso altre emergenze più recenti o usi impropri dello spazio circostante non in sintonia con il manufatto storico, devono essere mascherate efficacemente».
Il nuovo parco «non contraddice la storia di Palazzo Te e neppure nega il legame con la sua presenza – rivendica Palazzi – da tutti gli ingressi del nuovo parco si apre un ampio canale ottico verso il palazzo e la sua esedra».
L’impianto formale del nuovo parco «non vuole scimmiottare Versailles e, infatti, non si ritrova in esso alcun riferimento formale e di grandiosità sfarzosa del parco francese. In una cornice vegetale già esistente è stato creato un impianto formale pulito, semplice e in sintonia con i giardini esistenti, scandito dal grande anello definito dal recupero del segno dell’ippodromo ormai quasi scomparso. All’interno di tale anello il parco è caratterizzato da un grandissimo prato centrale e da una serie di boschetti circolari di aceri campestri e lecci che contengono giardini tematici, luoghi di pausa ombreggiati e attrezzature basiche legate ad attività open air. Sui due estremi, altrettante esedre circolari di querce piramidali a creare delle piazzette multifunzionali fiancheggiate da giardini di rose». I cerchi arborei dei boschetti segreti «non sono casuali ma traggono riferimento dalla cultura pittorica e prospettica rinascimentale mantovana e la matrice dei cerchi arborei era già presente nell’arboreto di Palazzo Te e nei cerchi arborei dei giardini del Ducale».
L’impegno preso dal Comune a metà dell’800 di fare del parco un “luogo di pubblico passeggio” «è a noi nota – assicura Palazzi – non a caso è stata ripresa e reinterpretata alla luce dei nuovi costumi ed esigenze di fruizione del verde urbano. Le scelte agronomiche sono state condivise con tecnici e agronomi, e definite nel solco di creare un parco resiliente e in armonia con il paesaggio. Nel nuovo parco verranno piantati più di 300 nuovi alberi, oggi sono trentasei, già di dimensione ragguardevole, e migliaia di piante perenni e arbusti oltre a distese di prati fioriti per garantire un alto livello di biodiversità. L’acqua, memoria storica del luogo, non mancherà e sarà rappresentata da un asse che attraverserà il centro del parco con getti regolabili fino a divenire piccoli getti a terra per il gioco dei bambini. È ovvio, però, che la sua presenza dovrà tenere conto dei costi di manutenzione, cosa che chi amministra deve sempre considerare». —