Il Molise «esiste» (e sono gli stranieri a riscoprirlo)
Il Molise non esiste: si intitola così una seguitissima pagina Facebook, scaturita dal celebre meme e aperta per dimostrare l’esatto contrario: esiste, eccome se esiste. E se fino a ieri costituiva uno dei segreti meglio custoditi, adesso lo stanno scoprendo un po’ tutti, anche fuori dai confini nazionali. Nonostante una certa perdurante reticenza nell’auto-marketing, che l’accomuna al vicino e un tempo condomino Abruzzo. Il Molise esce dal secolare cono d’ombra e si appresta all’abbraccio dei viaggiatori internazionali. Dai tour-operator ai turisti sparsi. Nel 2020 ha registrato un boom dei soggiorni, +109% rispetto al 2018.
Con appena 300 mila abitanti totali, difetta tuttora di un brand univoco, di un centro di gravità universale e permanente. Ma, come ha sottolineato nientemeno che la Bbc in un servizio-spartiacque di un anno e mezzo fa, il Molise ha montagne, mare spesso cristallino (35 km di costa), borghi medievali, feste antichissime, cibo delizioso. Chiese rupestri, terme naturali. Arte, cultura, archeologia. Insomma, è una destinazione a 360 gradi che in più ha il fascino di non essere conosciuta e nemmeno troppo frequentata. «A differenza di altre parti d’Italia, vi puoi ancora trovare la vita di una volta, rimasta invariata da secoli» si legge nell’articolo della celebre testata britannica. E poi è la regione più verde della penisola: il 33 per cento è ricoperto di alberi e foreste. A Portocannone, per esempio, ci sono ulivi vecchi 750 anni: un patrimonio portentoso e sono 177, nel complesso, gli alberi monumentali regionali. La cementificazione ha risparmiato finora questo territorio rarefatto e armonioso, ed è un atout da spendere, senza vendere l’anima al diavolo del turismo di massa.
La pagina Facebook «Il Molise non esiste» elenca ogni giorno le sue meraviglie misconosciute, lanciando accostamenti con ben più osannate realtà planetarie. Il borgo di Pettoranello, per esempio, «immerso in una cornice naturale di rilievi che superano i mille metri d’altezza», non sembra una «Mont Saint-Michel tutta molisana, in cui le maree sono le nebbie e le fronde dei boschi?». E Pescopennataro, nell’alto Molise, non ricorda il Perù? Ad Agnone spicca invece la più antica fabbrica globale di campane, la Pontificia Fonderia: in attività da 1100 anni, ne esporta ovunque, dal Vaticano alla Torre di Pisa, da Buenos Aires al Giappone, dalla Colombia a centinaia di altre città d’Europa e del pianeta. E be’, sì, «il Molise è un set cinematografico permanente». Basti prendere il borgo di Provvidenti, interamente incassato nella roccia. 85 residenti, è tra i più piccoli del centrosud. «Qui non esiste traffico, non esistono code, non esistono negozi. Solo pace e silenzio». Cambio d’atmosfera: siamo adesso a Sant’Agapito, «non un centro benessere di lusso, ma un idromassaggio naturale. L’acqua del Molise, tante Jacuzzi a costo zero».
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