AstraZeneca è sicuro? Perché è raccomandato solo agli over 60? Tutti i dubbi sui vaccini con le risposte dell'esperto
UDINE. La paura del vaccino anti Covid-19 colpisce soprattutto gli ultra sessantenni: le persone a cui è stata consigliata la somministrazione di AstraZeneca, il vaccino di Oxford che in un numero ridotto di casi può provocare una forma di trombosi molto rara. Sono proprio questi effetti collaterali a far prendere tempo a molti che, pur rientrando nella fascia d’età, stentano a prenotare la vaccinazione. Questi timori sono giustificati? Il direttore della clinica Malattie infettive dell’Azienda sanitaria universitaria Friuli centrale, Carlo Tascini, lo esclude: «Le paure possono essere comprensibili, ma non devono far venir meno l’interesse per il vaccino che è l’unica arma che abbiamo contro il Covid-19».
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Sembra che la gente tema più gli effetti collaterali del vaccino piuttosto che le possibili conseguenze dell’infezione da Sars-Cov2?
«In effetti è una questione di rischio e di percezione del rischio. Molto spesso percepiamo il rischio del vaccino e non quello della malattia. Il rischio trombosi è confermato da numeri molto piccoli e le Agenzie del farmaco decideranno rispetto al beneficio del vaccino».
Cosa intende per percezione del rischio?
«Le faccio l’esempio del morbillo che ogni mille casi può provocare l’encefalite. Anche il vaccino contro il morbillo può provocare l’encefalite, ma succede una volta ogni milione di dosi somministrate. Questo significa che il vaccino riduce il rischio encefalite di mille volte, ma non lo elimina. Se però i bambini non vengono vaccinati contro il morbillo il rischio encefalite a cui vanno incontro è più alto».
Con il vaccino AstraZeneca avviene la stessa cosa?
«Se una persona viene infettata dal Sars-Cov2 può sviluppare ictus, trombosi e infarti, il rischio che con il Covid tutto questo possa accadere è molto alto. I vaccini ad adenovirus come AstraZeneca, Johnson&Johnson, Reithera e Sputnik possono dare la trombosi trombocitopenia, ma il rischio è molto basso e sicuramente inferiore rispetto a quello conseguente al Covid. Ripeto è una questione di percezione: percepiamo il rischio legato al vaccino e non quello conseguente alla malattia».
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Se il vaccino anti Covid fosse arrivato in 10 anni le cose sarebbero andate meglio?
«In 10 anni, che in condizioni non emergenziali è il tempo medio per arrivare a un nuovo vaccino, viene testato lo stesso numero di pazienti che è stato testato per AstraZeneca: non dimentichiamo che per i vaccini e per i farmaci abbiamo la sorveglianza post marketing. Ampliando la platea è ovvio che vedremo eventi rari, ma se una persona sta morendo a causa di una malattia, in questo caso il Covid-19, non può aspettare l’esecuzione dei test su milioni di individui».
Perché i vaccini che possono dare problemi vengono consigliati agli ultra sessantenni?
«Perché sopra i 60 anni c’è una mortalità maggiore di Covid, si valutano i rischi e i benefici e in questo caso i benefici del vaccino sono maggiori rispetto ai rischi che corre una persona non vaccinata se viene colpita dal virus. Se cade un aereo mica fermiamo il traffico aereo».
Sta dicendo che di fronte alle centinaia di morti che continuiamo a registrare ogni giorno non dovremmo avere perplessità?
«Esattamente. Ogni giorno abbiamo 400 morti di Covid quello è il numero fondamentale su cui bisogna agire e il lavoro che stanno facendo le agenzie regolatorie sulla sicurezza dei farmaci e dei vaccini è encomiabile».
La sua è un’esortazione alla vaccinazione?
«Certamente. Invito tutti a sottoporsi al vaccino anti Covid, lo ripeto sempre anche ai miei pazienti».
Sui vaccini anti Covid quante richieste di informazioni riceve?
«Ricevo molte richieste di informazioni, alcuni pazienti dal medico vorrebbero una scusa per non vaccinarsi».
E lei come si comporta?
«Li esorto a vaccinarsi. Gli spiego che è l’unica arma che abbiamo contro il virus, ma se non la usano continuo a occuparmi di loro comunque perché seguire tutti è insito delle malattie infettive. Mi spiace se sono stato frainteso quando, proprio per esortare alla vaccinazione anti Covid, ho detto che non avrei seguito i malati non vaccinati. Nella nostra clinica dove vediamo pazienti anche molto gravi affetti da malattie alle volte trasmissibili, seguiamo sempre tutti.