Si aprono crepe nella coalizione leghista dopo l’ok alla costruzione della moschea
PISA. Un sì per sciogliere un lungo braccio di ferro, ma destinato ad alimentare nuove polemiche. L'approvazione da parte della giunta dello schema di convenzione con la comunità islamica, primo passo per il rilascio dei permessi per la realizzazione della moschea a Porta a Lucca, risolve l'impasse che vedeva contrapposti l'amministrazione e l'associazione culturale islamica, ma rischia di provocare una frattura interna al centrodestra.
«Sarebbe stato opportuno ricorrere al Consiglio di Stato», evidenzia Gianluca Gambini, esponente della Lega e tra i promotori del comitato NoMoschea che anni fa riuscì a raccogliere migliaia di firme contro la realizzazione del luogo di culto a Porta a Lucca vedendosi respingere con un «escamotage burocratico» il referendum sull'iter autorizzativo. «Mi riconosco nelle posizioni di Matteo Salvini e Susanna Ceccardi, da sempre contrari alla costruzione della moschea, per questioni urbanistiche e non religiose – prosegue Gambini –. Posizione che avrei difeso con forza ricoprendo il ruolo di presidente del consiglio (a cui l'esponente della Lega, il più votato alle ultime amministrative, era destinato prima di decadere per “incompatibilità”, ndr). Sarebbe stato doveroso, anche per rispetto degli elettori, provare a percorrere la strada del Consiglio di Stato», l'opzione che la giunta ha deciso di non praticare dopo la sentenza del Tar che ha accolto il ricorso della comunità islamica di Pisa.
Diego Petrucci auspica invece «una soluzione condivisa» dopo il fallimento dell'opposizione alla realizzazione della moschea. «Il muro contro muro non ha portato a nulla e le recenti vicende, con l’atto dovuto licenziato in giunta, ne sono la dimostrazione – sottolinea il consigliere regionale di Fratelli d’Italia –. Ritengo che se da una parte la comunità islamica ha, per legge costituzionale, diritto ad avere un luogo di culto dove riunirsi, dall’altra è necessario individuarne uno che sia coerente con lo sviluppo urbanistico in corso, che non crei ulteriori appesantimenti antropici su quartieri già in sofferenza e che non venga percepito come ostile alla tradizione cristiana secolare di Pisa. Per questo motivo, auspico che da entrambe le parti si apra un confronto costruttivo che porti ad una soluzione condivisa».
A rimarcare quella che per la maggioranza si delinea come una sconfitta politica è l'ex sindaco Marco Filippeschi, protagonista nei suoi mandati della previsione dell’insediamento del luogo di culto in via del Brennero. «Sulla moschea si è consumata una sconfitta storica per Conti e la Lega – evidenzia –. Rivendico con orgoglio la scelta che abbiamo fatto e di aver tutelato il diritto di culto che la Costituzione garantisce a tutte le religioni. Un anno dopo la sentenza del Tar, è ripristinata la legalità. Conti e la sua maggioranza hanno tentato in ogni modo di affermare e procrastinare un’ingiustizia, ma hanno perso clamorosamente in un percorso che ha reso evidenti le forzature compiute con atti palesemente illegittimi. La rilevanza politica della sconfitta è enorme. Le due bandiere distintive della Lega, l’opposizione alla moschea e la denuncia dell’insicurezza che, insieme ad alcuni fattacci di dubbia natura accaduti alla viglia del ballottaggio, hanno segnato la campagna elettorale sono diventate un boomerang».
«Dopo due anni e mezzo, Conti e la sua giunta sono arrivati ad una conclusione: le leggi e la Costituzione vanno rispettate – aggiunge Ranieri Del Torto, segretario comunale del Pd – ma invece di ammettere l'ennesima incapacità di mantenere le promesse elettorali, il sindaco se ne lava le mani: “la responsabilità è di chi ha governato prima”. Questa responsabilità ce la prendiamo volentieri: per noi la libertà religiosa è un valore fondamentale, crediamo nel dialogo, usiamo l'urbanistica per programmare lo sviluppo e non per risolvere un problema contingente. Esprimiamo soddisfazione che il sindaco abbia riconosciuto che la responsabilità è di chi ha avviato l'iter. Aspettiamo che lo stesso riconoscimento ci venga dato per tutte le operazioni (dall'apertura dell'Incile alla ciclopista del trammino) che senza la nostra visione progettuale, mai sarebbero state realizzate».