L’infopoint mai aperto sulla ciclabile Cottur nella struttura in abbandono da cinque anni
TRIESTE Un piccolo edificio, moderno, in metallo e vetro, accoglie, alla fine di via Orlandini, i ciclisti e i pedoni che percorrono una delle piste ciclopedonali meglio riuscite del territorio, la “Giordano Cottur”, dedicata allo storico campione di ciclismo giunto tre volte terzo al Giro d’Italia e vincitore della famosa tappa di Trieste nell’edizione del 1947. Un percorso, lungo 12 chilometri, che è frutto della riconversione del sedime dell’ex ferrovia Campo Marzio – Erpelle, che dal 1887 al 1959 aveva messo in connessione Trieste con Erpelle, stazione, quest’ultima, posta lungo la linea ferroviaria Pola–Divaccia, strategica ai tempi dell’impero perché lontana dal mare e dalla portata dei cannoni navali.
Anche l’edificio, dal design moderno come i lampioni vicini, ha un nome, come la pista ciclabile per cui è sorto: nel 2010 durante l’inaugurazione del percorso la struttura, posta al centro della carreggiata quasi come fosse un casello autostradale, venne dedicata a Rodolfo Crasso, campione italiano degli amatori di marcia. Doveva fungere da punto informativo – in realtà mai operativo – dell’intero percorso che, attraverso suggestivi scorci urbani e gli spettacolari panorami lungo la Val Rosandra, conduce oggi al confine con la Slovenia, poco dopo Draga Sant’Elia.
Un percorso ciclopedonale, fabbricato di via Orlandini compreso, che all’epoca venne a costare 7,9 milioni di euro, di cui due milioni erogati dalla Regione Friuli Venezia Giulia, che ne acquisì la proprietà nel 2017, e due milioni dall’allora Provincia di Trieste, prima proprietaria. Oggi l’edificio, a distanza di undici anni, versa in totale stato di abbandono. Anche se nel corso di questo periodo per quasi un quinquennio c’era stato il tentativo di dargli uno scopo: «Avevamo chiesto all’allora Provincia – ha spiegato il presidente di Fiab Ulisse, Luca Mastropasqua – di utilizzare, previo pagamento di un piccolo affitto, l’edificio insieme ad altre associazioni, per farne la nostra sede estiva, tenuto conto della valenza strategica dell’edificio. Non è stata, purtroppo, un’esperienza positiva, per diversi motivi, dall’abnorme presenza di zanzare alla posizione dello stesso immobile nel contesto, in quanto non di facile accesso in bicicletta per i nostri soci. Abbiamo deciso di lasciare nel 2016, anche approfittando del passaggio in vista alla Regione. Sta di fatto che la mission dell’edificio, ossia quella di essere il punto informativo della pista ciclopedonale, non si è mai realizzata».
«La struttura – ha evidenziato Federico Zadnich di Fiab Ulisse – presenta un’ampia sala riunioni, un stanza deposito, un bagno accessibile ai disabili e ha anche un impianto di climatizzazione. Chiaro che se nello spazio antistante ci installi una fontanella, una postazione per il bikesharing, un’officina per piccole riparazioni, le cose cambiano e rivitalizzi».
A Luca Vittori, della divisione nuove opere di Fvg Strade, che gestisce le ciclabili regionali, i motivi per i quali l’edificio sia in stato d’abbandono non sono noti «in quanto è da meno di un anno che mi occupo di gestire le ciclabili della regione. In questo breve periodo non ho ricevuto alcuna richiesta o proposta di utilizzo del fabbricato. Che sarebbe giustissimo ma il perché non decolli è tutto da capire, da valutare».