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Апрель
2021

Via al dopo Braganti, tra soluzione interna e valzer di direttori: i 21 nomi in lista e quali sono le prossime mosse della Regione

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UDINE. La scelta è ridotta a una mezza dozzina di papabili – forse anche meno se teniamo conto la complessità dell’Azienda sanitaria di Udine e la facilità con cui da queste parti si “triturano” i Direttori generali –, ma va compiuta velocemente.

L’addio annunciato da Massimo Braganti, infatti, mette Massimiliano Fedriga e Riccardo Riccardi nelle condizioni di doverne decidere in fretta il successore visto che in piena pandemia, con una campagna vaccinale in atto e un’Azienda che va da Tarvisio e Lignano non si può restare a lungo senza vertice. Ora, la norma in vigore impone che la nomina venga effettuata pescando nella lista di idonei approvata dalla Regione nel 2019. A meno che non si decida di crearne una ex novo, ma non sembra davvero il caso considerato come servirebbero mesi per arrivare alla fine dell’iter.

In teoria, dunque, si tratta di un paniere di 21 nomi che però in realtà sono molti di meno. Tolto Braganti e gli attuali direttori delle Aziende, infatti, pare arduo ritenere che la Regione possa tornare a puntare su Francesco Nicola Zavattaro, bocciato a inizio 2020 dopo un anno da commissario dell’attuale Arcs, così come su Paolo Bordon sia per – diciamo così – incompatibilità ambientale con i vertici della Regione sia perché il manager è passato meno di un anno fa da Trento all’Azienda di Bologna.

Nell’elenco, poi, ci sono diversi professionisti impegnati fuori dai confini regionali – da Paola Bardassi direttore a Ferrara, a Mauro Maccari al lavoro all’assessorato alla Salute in Toscana passando per Patrizia Rangione all’Ulss Berica fino a Thomas Schael direttore dell’Azienda di Chieti, tanto per citare alcuni nomi –, ma proprio per la particolarità della situazione, e pure in virtù di una riforma sanitaria bloccata dall’emergenza ma che prima o dopo si dovrà riprendere in mano, è possibile, e molto plausibile, che Riccardi e Fedriga optino per una soluzione interna. Già, ma in che modo? Esistono due strade. La prima è una semplice sostituzione uno a uno. Già giovedì, dopo la notizia dell’addio di Braganti, il chiacchiericcio al Santa Maria della Misericordia disegnava un possibile ritorno di Giuseppe Tonutti – che però proprio il sistema ospedaliero udinese non ha digerito appieno nell’anno da commissario tanto da indurre Riccardi a spostarlo all’Arcs – oppure una promozione di Denis Caporale, direttore socio-sanitario dell’Azienda.

Sul tavolo, tuttavia, ci sono anche altri profili. A partire dal direttore degli affari generali a Udine Andrea Cannavacciuolo, mentre se il nome scelto fosse quello di Massimo Romano bisognerebbe convincerlo a lasciare il ruolo di direttore amministativo dell’Aziende Zero del Veneto per rientrare in Friuli dove il suo incarico, prima del trasferimento, era al Dipartimento di Pianificazione.

E se la candidatura di Luciano Zanelli, al vertice del servizio della Centrale unica di committenza sotto Sebastiano Callari, pare non entusiasmare, oggi, la Direzione Salute, in elenco ci sono pure Tecla Del Dò, all’Arcs, e Francesca Tosolini del Burlo Garofolo. La seconda opzione? Non è in primo piano, appunto, ma a Trieste nessuno la scarta ancora e porta a un rimescolamento di più direttori in regione. Un modo per garantire nuova verve all’intero sistema con il rischio, però, di alimentare appetiti personali e nuovi mal di pancia in un sistema già fortemente stressato da oltre un anno di emergenza sanitaria.




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