Gli stadi riaprono: due o tre partite con i tifosi a maggio
UDINE. C’è uno spiraglio concreto: la serie A potrebbe riaprire al pubblico nelle ultime due-tre giornate del campionato e per la finalissima di Coppa Italia. Parola di presidente (quello della Figc) dopo l’incontro con il Governo. Era l’unico argomento sul quale i club di serie A erano d’accordo lo scorso martedì nel corso dell’ultima assemblea, come aveva spiegato il vicepresidente dell’Udinese, Stefano Campoccia, l’inviato dei Pozzo in una Lega sempre più spaccata, visto che dopo l’argomento diritti tv (assegnati a Dazn), ci sono meno convergenze sull’ingresso dei fondi, disposti a rilevare il 10 per cento della “media company” per 1,7 miliardi di euro. Tanto che adesso sette società chiedono le dimissioni del presidente Paolo Dal Pino.
«L’appuntamento dell’11 giugno ha creato speranza e opportunità. Credo ci siano buone possibilità di una riapertura generalizzata. Prima dell’Europeo. La Coppa Italia è una delle tante ipotesi insieme ad altri eventi che ci sono prima di giugno». Ecco lo spiraglio per rivedere il pubblico sugli spalti della serie A prima della fine del campionato. Sono parole del presidente federale Gabriele Gravina dopo l’incontro avuto ieri con la sottosegretaria allo Sport, Valentina Vezzali. Ora si scateneranno le ipotesi su date e numeri. Andando a naso gli stadi potrebbero riaprire dal turno infrasettimanale del 12 maggio (Napoli-Udinese), terzultimo turno del torneo, in vista dello striscione d’arrivo fissato per il 23 maggio (Inter-Udinese), in mezzo, mercoledì 19, ci sarebbe la finalissima di Coppa Italia tra Juventus e Atalanta al Mapei Stadium di Reggio Emilia. In soldoni per i tifosi bianconeri c’è la speranza di vedere solo una partita, quella con la Sampdoria di domenica 16. Difficile, tuttavia, che possano essere tanti. Il 25% della capienza valido per l’Olimpico durante i prossimi Europei sembra adesso un’asticella posta troppo in alto, anche se all’interno della Lega i club spingono per arrivare (almeno) lì. Per lo stadio Friuli significherebbe aprire i cancelli a 6.283 spettatori, un quarto della capienza di 25.132 posti a sedere. E in attesa di questo via libera le società stanno chiedendo di ripartire con le partite con mille tifosi sugli spalti a invito, come è stato lo scorso ottobre per qualche giornata.
Poi i club torneranno a dividersi. «È difficile immaginare che la serie A voti a favore del progetto fondi senza Juventus e Inter», ha spiegato sempre Campoccia, intervenendo con un’intervista sul portale inglese “Off the pitch”. L’Udinese nel momento della scelta tra Dazn e Sky ha optato fin da subito per la piattaforma streaming con sede a Londra, ma adesso ha lasciato la “squadra” delle sette società trainanti, per assumere una posizione tutto sommato favorevole all’ingresso dei fondi Cvc-Advent-Fsi. Sul piatto il 10% della “media company” in cambio di 1,7 miliardi, aritmeticamente 85 milioni a società, ma pare evidente che anche su questo argomento il confronto potrebbe essere aspro, con la discriminante dei bacini d’utenza che sarà messa sul tavolo dai grandi club.
Ma non tutte le big ci stanno, come detto: Juventus e Inter, accompagnate da Atalanta, Fiorentina, Lazio, Napoli e Verona non vogliono sentirne parlare, tanto che ieri avrebbero fatto scattare la contromossa, sotto forma di una richiesta formale di dimissioni nei confronti del numero uno della Lega, Dal Pino. L’uomo dei fondi, secondo quello che si dice dal momento del suo insediamento, 8 gennaio 2020. Non solo: ci sarebbe pronta una seconda lettera degli stessi sette club che evidenzierebbe una serie di rilievi per una denuncia di cattiva gestione della Lega sotto la sua presidenza. —