Reggio Emilia, recuperata una preziosa tela rubata da una chiesa 21 anni fa
REGGIO EMILIA. Una preziosa tela della scuola emiliana del Seicento, trafugata dalla chiesa in località Castelvecchio di Prignano sul Secchia (Modena) ventun anni fa, è stata recuperata dai carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dell’Umbria proprio nel momento in cui, venduta da privati su un portale web, era già impacchettata e pronta per involarsi verso il Sud Italia, destinata ad alimentare il mercato nero dei collezionisti. Uno straordinario recupero che ha consentito di restituire alla collettività e alla Diocesi di Reggio Emilia e Guastalla un gioiello di tre secoli fa.
Per riconoscere il quadro, insieme al direttore dell’Ufficio Diocesano Beni Culturali Angelo Dallasta, qualche mese fa si è recato a Perugia un parrocchiano ultraottantenne, che era solito pregare sotto quella tela raffigurante i santi Geminiano, Lucia e Apollonia. Il furto sacrilego avvenne il 7 agosto 1999, quando tre dipinti sparirono misteriosamente durante i lavori di ristrutturazione della chiesetta di Castelvecchio; una parte dei fondi destinati ai lavori, nonché al restauro dei tre quadri, fu raccolta grazie a lotterie e feste della frazione, perciò il colpo, che apparve fin da subito come un furto su commissione, fece scalpore.
Una delle tre opere è stata ritrovata nel 2010; la seconda è quella scoperta ora, a distanza di altri undici anni, mentre manca tuttora all’appello la terza. L’olio su tela, di autore ignoto, raffigura tra le rovine le due sante, che si riconoscono dall’iconografia classica: Lucia per il vassoio con le pupille, Apollonia regge le tenaglie con un dente. In posizione isolata, con lo sguardo rivolto ai fedeli, San Geminiano (IV secolo), patrono di Modena, mentre con il bastone pastorale schiaccia a terra una figura infernale. In prospettiva la Ghirlandina, il campanile del Duomo modenese dove dai tempi di Matilde sono conservate le spoglie del santo vescovo. «A Perugia ci ha accompagnato un parrocchiano che ricordava il dipinto perché era solito pregare sotto di esso: l’anziano lo ha riconosciuto subito e si è commosso, orgoglioso di ritrovare quell’immagine – ha spiegato Dallasta –. Questo ci ricorda, oltre al valore artistico, il fortissimo valore simbolico e sentimentale di queste opere nell’esistenza cristiana delle persone». Secondo Dallasta il ritrovamento «in questo caso ha avuto un lieto fine ed è un segnale dell’attenzione al nostro patrimonio artistico. Oltre al lavoro fondamentale del Nucleo Tutela di Perugia, dallo stesso Nucleo di Bologna ci arrivano costantemente segnalazioni di opere ritrovate, spesso non attribuibili. Purtroppo il mercato dei collezionisti è vivace e non conosce crisi Covid». Difatti, anche se i furti sacri nell’ultimo anno sono diminuiti, uno dei fronti caldi è la tutela dell’arte, che continua ad attirare gli appetiti di collezionisti senza scrupoli. “La Chiesa italiana detiene il 70-80% del patrimonio storico, artistico e culturale nazionale e questo comporta una grossa responsabilità - ha proseguito Dallasta - Alla sola Diocesi di Reggio e Guastalla fanno capo più di 600 chiese e oltre 100mila opere, che si estendono sull’intera provincia reggiana (ad eccezione di Rolo) più Sassuolo e Prignano sulla Secchia: è un impegno oneroso garantire la conversazione e la fruizione pubblica di questi beni. La Diocesi installa ogni anno impianti d’allarme in almeno cinque chiese per arrivare, gradualmente, ad una protezione capillare”. Senza contare il fronte del consolidamento delle chiese danneggiate dal sisma e di quelle che necessitano di una sistemazione statica: come la chiesetta di Castelvecchio, dove sono in corso lavori al termine dei quali il dipinto dei santi potrà tornare nella sua collocazione originaria, nella cappella laterale sinistra. La consegna ufficiale del quadro ritrovato avverrà domani alle 11 al Museo Diocesano, alla presenza di Guido Barbieri, tenente colonnello Nucleo Tutela Patrimonio dell’Umbria, di Mauro Fantini, sindaco di Prignano sulla Secchia, don Andrea Pattuelli, amministratore parrocchiale di Castelvecchio, di Dallasta e del vescovo Camisasca. —
Ambra Prati
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