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Апрель
2021

Chivasso, 10mila euro in 9 mesi spillati all’amico fragile: condannato a un anno e mezzo

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Chivasso. In 9 mesi è arrivato a elargire circa 10mila euro in prestiti a una sola persona. Con richieste insistenti, giornaliere o quasi, da parte dell’uomo che, in tutta probabilità, credeva fosse suo amico. Tanto che nello stesso lasso di tempo, da marzo a dicembre 2019, è stata la vittima a chiamare 270 volte il suo aguzzino, che di contro gli ha fatto “solo” 39 telefonate, come ha sottolineato durante la vibrante arringa difensiva l’avvocato Pio Coda, che lo ha difeso insieme alla legale Marina Spandre.

È un processo particolare quello che ha visto Giuseppe Scarcia, 48 anni, condannato a un anno e mezzo di carcere per circonvenzione di incapace. Che tocca varie corde dell’animo umano: l’angoscia, la solitudine, la voglia di piacere agli altri, l’amicizia e poi condizioni come la miseria e la ricchezza.

Era iniziato come uno stalking, perché la vittima, che aveva conosciuto Scarcia sul lavoro e aveva intrattenuto con lui un rapporto di iniziale amicizia, lo trovava in tutti i luoghi che frequentava. Lo incontrava sotto casa, al bar, spesso lo seguiva per lunghi tratti. Inoltre l’uomo, che di mestiere fa il collaboratore scolastico, ha sempre sottolineato di non aver mai ricevuto minacce, ma semplici richieste di soldi.

Lui, tuttavia, le viveva come pressioni insostenibili. Gli procuravano uno stato continuo d’angoscia, testimoniato durante il processo anche dalle Oss che lo seguivano. Fatto raccontato anche dagli episodi in cui l’uomo ha allertato i carabinieri o semplicemente gli uomini dell’Arma lo hanno visto casualmente intento a consegnare una somma intorno ai 300 euro a Scarcia, facendolo poi desistere.

Il tenore delle richieste era questo: «Dammi 50 euro, dai, dammene almeno 30, dai tanto se non li dai a me te li mangiano altre persone, dai dammi almeno 20 euro». Già, perché Scarcia purtroppo non era l’unico a chiedere soldi al collaboratore scolastico. L’uomo aveva attirato le attenzioni di tutta una serie di personaggi poco raccomandabili.

Ai carabinieri la vittima ha detto di avere un patrimonio da circa 200mila euro, più terreni e alcuni immobili, tutti provenienti da una consistente eredità. Molti richiedenti, allora, lo aspettavano direttamente sotto casa, come testimoniato dalle sue operatrici socio-sanitarie.

La pm aveva chiesto 2 anni e mezzo di carcere per Scarcia. La giudice Elena Stoppini ne ha comminato uno e mezzo. Forse convinta anche dalle argomentazioni dell’avvocato: «Ci sono molti dubbi sulle telefonate, questa è una storia che ci racconta di una grande solitudine». —




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