Garante Privacy boccia il riconoscimento facciale perché «sorveglianza indiscriminata»
Proprio oggi abbiamo intervistato Filippo Sensi, che ha presentato una proposta di legge per una moratoria sull’utilizzo del riconoscimento facciale, esprimendo non pochi dubbi sulla legittimità dell’utilizzo del riconoscimento facciale ma non demonizzandolo. Si tratta di un utilizzo della tecnologia con un potenziale che va regolamentato, in sostanza. Poco fa è uscita la notizia che il Garante della Privacy ha bocciato la possibilità da parte delle forze di polizia di utilizzare il Sari Real Time. Il sistema di riconoscimento biometrico dal vivo, ha spiegato il Garante, «realizzerebbe per come è progettato una forma di sorveglianza indiscriminata/di massa».
Il Garante della Privacy ha APPENA bocciato il possibile utilizzo da parte dell’Interno del SARI RealTime, sistema che porterebbe a una “forma di sorveglianza indiscriminata/di massa”. Un passo molto importante nella tutela dei diritti delle persone https://t.co/Z6XgFX6LMw
— nomfup (@nomfup) April 16, 2021
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No del Garante Privacy alla «sorveglianza indiscriminata/di massa» di Sari
L’aspetto più inquietante, giustamente sollevato dal Garante:
“Si determinerebbe così una evoluzione della natura stessa dell’attività di sorveglianza, che segnerebbe un passaggio dalla sorveglianza mirata di alcuni individui alla possibilità di sorveglianza universale.”
— Fabio Chiusi (@fabiochiusi) April 16, 2021
Il sistema che era in esame e che è stato bocciato dal Garante mira a utilizzare il riconoscimento facciale per fini di sicurezza ma, di fatti, risulta essere privo di una base giuridica che legittimi il trattamento automatizzato dei dati biometrici. Il sistema dovrebbe consentire l’installazione delle telecamere in determinare aree – e l’idea sarebbe stata quella di farlo anche durante le partite di Euro 2021 all’Olimpico per verificare il rispetto della distanza di sicurezza – per analizzare in tempo reale i volti delle persone riprese allo scopo di confrontarli con una banca dati predefinita (chiamata “watch-list”), in grado di contenere fino a 10 mila volti.
Come funziona la watch-list del riconoscimento facciale
L’algoritmo di riconoscimento facciale entrerebbe in azione per riscontrare una corrispondenza tra un volto presente nella lista e uno di quelli ripresi in tempo reale dalla telecamera, inviando poi un alert alle Forze di Polizia per richiamare la loro attenzione. Le telecamere per il riconoscimento facciale possono essere installate direttamente nel luogo dove c’è necessità di utilizzare questa tecnologia per dare assistenza alle forze dell’ordine e della sicurezza pubblica o, anche, in relazione alle esigenze della Polizia Giudiziaria.
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