Добавить новость
ru24.net
World News
Апрель
2021

Il blitz della Procura su Moby Chiesto il fallimento del gruppo

0

Mauro Zucchelli

livorno. Neanche in una serie tv su Netflix ci sono così tanti colpi di scena come nella telenovela dell’impero economico della dynasty imprenditoriale degli Onorato, casato di armatori alla quinta generazione che ha in pugno Moby, Tirrenia e Toremar: le prime due alle prese con un iceberg di debiti. Proprio come nel copione di un episodio dell’ennesima stagione, era annunciato per ieri il momento clou dell’udienza di fronte al tribunale fallimentare per Moby (con una richiesta di concordato in continuità) e soprattutto per Tirrenia (senza ancora l’accordo definitivo con i creditori per arrivare alla ristrutturazione del debito ma con la speranza di farcela). In ballo la sopravvivenza di Tirrenia.

Primo colpo di scena: in extremis, a pochissime ore dal “conclave” giudiziario, si è capito che la richiesta di fallimento della società degli Onorato non sarebbe stata presentata da parte dei commissari di quanto rimasto in mano pubblica dell’ex Tirrenia-as, la “bad company” che deve saldare i debiti della precedente malagestione ma anche incassare finalmente i 180 milioni che gli Onorato non hanno ancora saldato per la privatizzazione.

Il tempo di rifiatare a malapena, ed ecco il secondo colpo di scena: se la decisione dei commissari si aggiunge a quasi il 95% dei fornitori che hanno accettato di vedere i propri crediti falcidiati sì ma almeno in parte pagati (e mette al riparo la famiglia di armatori dagli attacchi dei creditori), ecco che in udienza si apre a sorpresa un nuovo fronte. L’istanza di fallimento non arriva da chi i soldi deve averli bensì dalla procura di Milano che scende in campo con il pm Roberto Fontana: è dunque sempre più probabile che trovi fondamento l’indiscrezione che vuole i pm milanesi aver aperto un’indagine sui conti delle società di Onorato.

Sembra la fine, anche perché se un atto simile arriva dalla procura significa che si apre uno scenario nuovo: un eventuale fallimento sarebbe acqua fresca rispetto al fatto che a quel punto il pallino passa nelle mani di chi ha in mano la chiave delle indagini penali. Insomma, la procura meneghina segnala che il passivo della compagnia di navigazione acquisita dalla famiglia Onorato è gravata da un macigno di circa 200 milioni e ha debiti scaduti per 350-400 milioni, grossomodo metà dei quali nei riguardi dell’amministrazione straordinaria guidata dai commissari.

Ma i colpi di scena sono come le ciliegie, l’uno tira l’altro: ecco che alla richiesta degli avvocati di parte Onorato di prendere tempo e buttare la palla in tribuna, la sezione fallimentare presieduta da collegio presieduto da Alida Paluchowski risponde per le rime e dà lo stop. La procedura ha già avuto rinvii, niente melina a centrocampo: il tempo è scaduto e non è stato formalizzato l’accordo. Però – altra sorpresa – è proprio la procura ad aprire la possibilità di concedere ottenere qualche giorno in più. Anzi, qualche settimana in più: l’appuntamento è al 6 maggio. Anche i commissari dell’ex Tirrenia si sono detti d’accordo. Del resto, Tirrenia aveva messo sul tavolo dei commissari – l’aveva scritto l’amministratore delegato Massimo Mura in una lettera ai sindacati – «il pagamento di circa 80% di quanto dovuto (con garanzie reali sulle navi, prima mancanti)» mentre, al contrario, in caso di eventuale mancato accordo, potrebbero recuperare tutt’al più «fra il 17% ed il 26%».

Non è chiaro se sia arrivato il benestare del ministero dello Sviluppo economico, in mano al leghista Giancarlo Giorgetti, la sponda politica che il fronte filo-Onorato aveva cercato facendo pressione sui sindacati in nome dei quasi seimila lavoratori del gruppo.

Però non è stato solo un rinvio, e tutti contenti: intanto sono scaduti i termini per il concordato in bianco che nel luglio scorso Tirrenia aveva annunciato di voler chiedere. Alla resa dei conti, sta di fatto che ieri il collegio dei giudici fallimentari ha dichiarato inammissibile questo scenario. Dunque, a quanto è dato sapere, non c’è più lo “scudo” che questo strumento offre come tutela provvisoria di fronte agli attacchi dei creditori. In realtà, Tirrenia ha già orientato la prua in direzione dell’accordo per la ristrutturazione del debito. È la carta che la famiglia Onorato ha in mano per giocarsela in vista del d-day del 6 maggio: l’ultima. –

© RIPRODUZIONE RISERVATA




Moscow.media
Частные объявления сегодня





Rss.plus




Спорт в России и мире

Новости спорта


Новости тенниса
WTA

Мирра Андреева вошла в топ‑10 чемпионской гонки WTA






Эксперты назвали наиболее подорожавшие форматы жилья в новостройках Москвы

Выставка-форум откроется в Московском доме художника

Турецкая актриса Ханде Эрчел впервые прилетела в Москву

ГК «ДИАКОН» поделилась подробностями организации производства наборов реагентов для расширенного неонатального скрининга в России совместно с индийской компанией TRIVITRON HEALTHCARE