Di Maio annuncia: piano pronto per il rientro dei soldati italiani
roma. Il giorno dopo lo storico annuncio del ritiro delle truppe statunitensi dall’Afghanistan, dopo vent’anni di conflitto, il segretario di Stato Usa Antony Blinken è volato a Kabul per rassicurare il presidente afghano Ashraf Ghani che l’impegno di Washington continuerà.
«Con la mia visita volevo dimostrare l’impegno costante degli Stati Uniti per la Repubblica islamica e il popolo afghano», ha detto Blinken al presidente Ghani nel loro incontro al palazzo presidenziale di Kabul. «La partnership sta cambiando», ma «continuerà», ha aggiunto il capo della diplomazia statunitense. Il capo di Stato afghano, da parte sua, ha detto di rispettare la decisione di Washington.
Il ritiro dei 2.500 militari statunitensi inizierà il primo maggio e terminerà entro la data simbolica dell’11 settembre, a vent’anni dall’attacco terroristico alle Torri Gemelle. Dal Paese andranno via anche i settemila soldati della missione Nato, tra cui il contingente italiano. Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha annunciato una road map per il rientro dei connazionali. «Dopo vent’anni, la Nato ha scelto di lasciare l’Afghanistan. Lo abbiamo deciso mercoledì a Bruxelles dopo il vertice ristretto insieme ai ministri degli Esteri di Stati Uniti, Germania, Regno Unito e Turchia, e successivamente nel vertice Nato allargato – ha detto Di Maio –. Il ministero degli Esteri, il ministero della Difesa e lo Stato maggiore della Difesa, congiuntamente a Palazzo Chigi, elaboreranno una road map che consentirà il ritiro delle truppe italiane».
Il ministro ha poi sottolineato che il contributo di Roma «al popolo afghano in questi anni è stato determinante. Faremo tutto ciò che è nelle nostre possibilità per permettere all’Afghanistan di tornare a crescere in un clima democratico e, mi auguro, di pace».
Il presidente Usa Biden ha promesso un ritiro «responsabile, deliberato e sicuro» e il proseguimento nella lotta al terrorismo. Ma alcuni legislatori e difensori dei diritti umani statunitensi hanno criticato la mossa esprimendo preoccupazione per il futuro della nazione.
Secondo i critici il ritiro comporterà per gli afghani la perdita delle libertà di cui hanno goduto dopo che i talebani sono stati estromessi dal potere alla fine del 2001 e indebolirà ulteriormente la posizione dell’attuale amministrazione.
I colloqui di pace tra le due fazioni sono a un punto di stallo ma dovrebbero riprendere alla fine del mese a Istanbul, anche se i talebani non hanno detto se parteciperanno e anzi hanno avvisato che i problemi saranno aggravati se le truppe straniere non si ritireranno dal Paese entro il primo maggio, la data fissata inizialmente nell’accordo raggiunto con l’amministrazione Trump per il ritiro delle truppe e posticipata da Biden all’11 settembre. —
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