«Non proteggono dal Covid». Ecco le mascherine respinte dal San Matteo

PAVIA. Sono queste le mascherine che il San Matteo di Pavia ha riconsegnato a Regione Lombardia, dopo una verifica nei magazzini richiesta proprio dal Pirellone, perchè ritenute dallo stesso policlinico inadatte a proteggere dal Covid-19. Questa fotografia (e non quella pubblicata mercoledì scorso che riproduce invece dispositivi che rientrano tra quelli validati dall’Inail e dunque appartenenti ad un lotto non sequestrato) rappresenta una confezione delle mascherine provenienti dalla Cina irregolari. In particolare gli uffici del San Matteo preposti alla valutazione della sicurezza dei presidi sanitari, le avevano ritenute non idonee. Queste mascherine sono rimaste nei magazzini del policlinico di Pavia esattamente per un anno. Perchè era l’aprile 2020 quando le mascherine Ffp2 contro il Covid-19, provenienti da una partita d’acquisto made in Cina, erano arrivate al San Matteo, come negli ospedali Asst, spedite dal ministero attraverso la Regione. Mascherine “sospette” perchè sulla confezione c’era la scritta anti-polvere, ma non quella che ne consentiva la protezione dal Covid. Ora quei presìdi il San Matteo li ha rispediti al mittente, al deposito regionale di Rho: parliamo di 15.000 mascherine e di 32.000 visiere anti-Covid.

A stimolare i controlli negli ospedali è stata una lettera della Regione, inviata da Ats Pavia, che impone verifiche sulla presenza di alcuni lotti di mascherine Ffp2 ed Ffp3 acquistate in Cina, una buona parte sequestrate nei giorni scorsi su disposizione della procura di Gorizia perchè non rispondono ai severi standard europei che certificano la protezione dal virus Covid-19. Una vicenda legata a doppio filo con quella che vede indagato dalla Procura della Repubblica di Roma l’ex commissario straordinario per l’emergenza Covid, Domenico Arcuri. —