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Апрель
2021

Scoperte 4 piantagioni di canapa indiana e laboratori per il crack: nove arresti. Ecco i nomi

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ZINASCO. Un’organizzazione criminale armata, la cui principale attività in provincia di Pavia era la coltivazione di marijuana e la gestione di laboratori domestici per la produzione di crack, attraverso la lavorazione chimica di cocaina e mannite. La guardia di finanza ha arrestato nove persone nell’ambito di un’indagine diretta dal sostituto procuratore Andrea Zanoncelli e coordinata dal procuratore Mario Venditti. Sono accusate, con ruoli diversi, di spaccio e produzione di sostanze stupefacenti. L’organizzazione agiva, secondo l’indagine, tra Pavia e Zinasco. Nel corso delle perquisizioni è scattato il sequestro di oltre 100 piante di marijuana di diverse varietà, 113 semi di canapa indiana, oltre due chili di marijuana già essiccata, 25 grammi di hashish, 20 grammi di cocaina, 6 flaconi di metadone, oltre 12mila euro in contanti, due pistole con relativo munizionamento, quattro coltelli a serramanico e un lampeggiante di quelli in uso alle forze di polizia.



Gli arrestati

I provvedimenti sono scattati nei confronti di Alessio Bianchini, 25 anni di Zinasco; Carmine Sommo, 46 anni, originario della Campania ma domiciliato a Garlasco; Sasa Sevastre, 21 anni, origini romene ma domiciliato a Zinasco; Luciano Poggi, 55 anni, di Borgo San Siro; Lorenzo Milani, 29 anni, di Alessandria; Marco Catania, 40enne di Cava Manara; Giuseppe Michele Febo, 37 anni, di Zinasco; Moreno Angel Riccardo Barrionuevo, 27 anni, originario dell’Ecuador e domiciliato a Pieve Albignola; Hashmed Mohamed, 32 anni, di origini egiziane ma residente a Pavia. Carmine Sommo e Sasa Sevastre, considerati i vertici dell’organizzazione, si trovano ora in carcere. Gli altri indagati sono invece ai domiciliari, ad eccezione di Catania, per il quale è stato disposto l’obbligo di dimora a Cava Manara, Bianchini, che dopo tre mesi di domiciliari ha ora l’obbligo di firma, e Milani, che dopo l’arresto e il processo per direttissima è stato rimesso in libertà.



Le indagini dopo un arresto

Gli accertamenti sono partiti dopo l’arresto, a gennaio, di Bianchini, trovato con marijuana e due pistole in casa, di cui una con matricola abrasa. Attraverso appostamenti e pedinamenti, i finanzieri della compagnia di Pavia, guidati dal capitano Andrea Giugno, sono risaliti a Carmine Sommo e a Sasa Sevastre, entrambi ritenuti i promotori dell’attività e principali produttori e fornitori della droga, che veniva venduta, insieme alle armi in provincia di Pavia. I due gestivano una serra per la coltivazione di canapa indiana a Borgo San Siro. Il giovane di origine romena, inoltre, insieme a Milani, produceva, secondo l’accusa, crack nella sua abitazione, attraverso la lavorazione chimica della cocaina e della mannite, per poi rivenderlo nelle varie piazze di spaccio della provincia. Scoperte, inoltre, altre tre piantagioni casalinghe: una a Cava Manara, in pieno centro, gestita da Catania, una a Zinasco, gestita da Febo, e l’ultima a Pieve Albignola, gestita da Moreno Angel Riccardo Barrionuevo. L’egiziano, invece, avrebbe venduto droga nel centro di Pavia per conto del gruppo criminale. —




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