Qualcosa di luminoso al Lago Sirio I quattordici racconti di Lazzari
IVREA
È tornata in libreria Giuse Lazzari e l’ha fatto con il suo nuovo libro Qualcosa di luminoso, edito da Campanotto. Autrice dalla scrittura elegante e raffinata, Lazzari propone, in questa sua nuova opera, 14 racconti legati tra loro da un sottile filo rosso che li trasforma nella narrazione compiuta di un film a episodi, in cui ogni finale potrebbe fondersi in un corale coincidere di tempo e spazio, rivelando una contemporaneità nota solo ai lettori, ma ignota ai protagonisti. «Che cosa sarà questo qualcosa di luminoso? – riporta la quarta di copertina - Una sfera, una scia, un punto, un disco volante che appare nel cielo sopra le acque del lago grande di una cittadina del Piemonte che, pur essendo città di provincia è, invece, città del mondo? È una sera d'inizio estate e l'oggetto scompare velocemente. Alcuni dei personaggi dei racconti vedranno questo oggetto misterioso, altri non se ne accorgeranno neppure. È, comunque, qualcosa che sembra offrire alle vite di questi uomini e di queste donne che vivono attorno al lago, e le cui vicende in qualche modo si intrecciano, delle possibili soluzioni».
«I 14 racconti si svolgono attorno al Lago Sirio – spiega l’autrice – sono storie di fantasia che si incastrano, praticamente, una nell’altra, dal momento che alcuni dei personaggi del primo, si ritrovano nel secondo e così via. L’oggetto luminoso è qualcosa che tutti i personaggi vedono e che a me era capitato realmente di vedere ed è l’unico spunto autentico in trame completamente inventate. Era il 1985 e, a un anno dalla morte di mio padre, vittima di un incidente stradale, di ritorno dalla messa di anniversario, stavo passeggiando con mio marito intorno al lago. Era una serata magnifica di fine maggio e, mentre camminavamo, facevo considerazioni sull’esistenza o meno di una vita oltre la vita. A un tratto, levando gli occhi al cielo entrambi vedemmo un grosso oggetto volante, a forma di sigaro, dalla luce fortissima che cresceva sempre più e che scomparve in un istante, lasciando una scia luminosa». «Meravigliati – continua – ci demmo reciproca conferma di quanto visto e, trovandoci poco distanti dalla sede della Società Canottieri, chiedemmo al custode se avesse visto qualcosa, ma lui negò, tra lo scettico e il divertito. Il mattino dopo, lessi su Repubblica che un oggetto volante, sempre lo stesso, era stato avvistato nel cielo dell’Italia settentrionale, da Venezia a Torino, tra le 20.15 e le 20.25: si muoveva velocissimo e silenzioso, a un’altezza di circa 500 metri, e lasciava dietro di sé una scia lunga almeno un paio di chilometri. Nel libro ho datato l’avvistamento nel 2010 e ho immaginato che i personaggi, tutte queste persone che sono intorno al Lago Sirio e che hanno una loro storia più o meno triste, vengono colpiti da questo qualcosa di luminoso che qualcuno vive come una sorpresa o un segno di speranza e qualcuno non vede o ne ha paura». E conclude: «Sono molto grata a Paola Massa Marzi, talentuosa fotografa, per la foto che mi ha regalato per la copertina del libro, raffigurante un particolare di un’ipomea, fiore comunemente noto come campanella. E al giornalista e critico cinematografico Roberto Rossi, per l’amicizia e per la cura con cui ha letto il manoscritto».
Nata a Udine, Lazzari si è laureata in lettere a Trieste e vive da tanti anni a Ivrea dove è conosciutissima per aver lavorato a lungo nel campo dell’antiquariato ed essere stata titolare, in via Arduino, di un raffinato negozio di antichità e rarità. Non meno intenso e ricco di soddisfazioni si è quindi rivelato il percorso letterario: nel 1996, è stata finalista al Premio Calvino con una serie di racconti che ha poi pubblicato in varie riviste e, nel 2004, ha pubblicato il suo primo romanzo Il grido della catalpa (Passigli), seguito, nel 2008, da In viaggio con Tolstoj (Robin), e poi Di là dall’acqua (Robin) e, nel 2017, Il silenzio dell'elleboro (Campanotto). Dal 2006 al 2014 ha collaborato al quindicinale Varieventuali. Ha tenuto lezioni di scrittura creativa al liceo classico Botta di Ivrea e ora le tiene all’Uni3 del Piemonte. Nel 2014 ha vinto a Zurigo il premio internazionale Terza età creativa . —