Revenge porn a Belluno, video inviati anche al padre
BELLUNO. Tre video privati finiscono anche su youporn. Diventano virali, senza il permesso della protagonista bellunese e arrivano, ad alto voltaggio erotico, su chissà quanti computer e cellulari. I due uomini che li avevano girati in diretta, con il via libera della ragazza, sono indagati dalla Procura di Padova per revenge porn. Ma gli investigatori stanno facendo degli accertamenti su tutti quelli che li hanno ricevuti e rilanciati nelle chat o nei gruppi whatsapp, perché anch’essi rischiano l’imputazione di diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti.
Il numero dei possibili imputati è destinato a crescere sensibilmente. Su whatsapp quei video hanno l’indicazione chiarissima “inoltrato molte volte”.
Sono immagini di qualche tempo fa, perché il fascicolo è rimasto fermo per il Covid-19. E non si è ancora capito il motivo per cui i due ragazzi abbiano diffuso quel materiale a luci rosse, senza che la terza persona coinvolta desse loro il permesso. Non avevano legami sentimentali con una partner conosciuta, ma occasionali e non c’erano ragioni per vendicarsi dell’amica di una sera di festa. Un’invitata, che dopo la cena e un salto in discoteca si è divertita a fare sesso senza inibizioni.
Il triangolo è avvenuto in una casa privata, dove è stato chiaro fin dal primo momento cosa sarebbe successo. Prima di entrare in azione, i due hanno proposto di usare il loro telefonino per girare i video dei rapporti intimi e lei ha accettato, senza sospettare che quei fotogrammi sarebbero stati scaricati anche su siti vietati ai minori e diffusi su chissà quanti dispositivi.
La regia amatoriale non lascia posto alla fantasia, compreso l’audio.
A notte fonda, i tre si sono rivestiti e salutati. È a distanza di qualche giorno che il telefono della donna ha cominciato a diventare incandescente, come un meteorite. Dall’altra parte della linea, una folla di persone, che le chiedevano prestazioni sessuali a pagamento ed erano disposti a pagarla anche molto bene. Non avevano sbagliato numero, ma senz’altro persona perché, pur con tutto il rispetto per chi fa quel lavoro, non avevano a che fare con una prostituta, bensì con una donna che, per scelta, aveva fatto sesso con due uomini maggiorenni e consenzienti. Senza chiedere in cambio altro che piacere. Nessun interesse economico.
I filmati sono andati sulle piattaforme pornografiche, che richiedono un’iscrizione e una password e hanno cominciato a viaggiare sui telefoni di amici comuni o sconosciuti qualunque, provocando inevitabilmente reazioni assortite. Lo schermo sul quale non sarebbero mai dovuti arrivare è quello del padre della ragazza. Ma è accaduto anche quello, con le spiacevoli conseguenze che si possono facilmente immaginare.
È a questo punto che lei ne ha avuto più che abbastanza e si è rivolta all’avvocato di fiducia Carbone. Il legale è andato a presentare una querela e, di solito le ipotesi di reato sono quelle di diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti. Sono partite le indagini preliminari e si attendono gli avvisi di garanzia e un capo d’imputazione con un numero imprecisato di persone. Seguiranno le richieste di rinvio a giudizio, oltre agli immancabili tentativi di risarcimento danni. —
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