Il ritorno delle navi da crociera a San Marco: «Quei giganti sono uno sfregio alla città e uno schiaffo alla laguna»
VENEZIA. Chi da anni assiste al teatrino della politica sulle grandi navi aveva creduto ben poco all’annuncio dello scorso 31 marzo sulla decisione del governo Draghi di dirottarle fuori della laguna. Tuttavia, la velocità con cui è stata programmata la ripartenza delle crociere da Venezia (Msc Orchestra e Msc Magnifica, il 5 e il 20 giugno) ha indignato chi continua a ripetere da anni che la laguna è un bene comune di valore inestimabile.
«Quando una grande nave finirà contro Punta della Dogana, pensiamo di poter ricostruire la città dov’era e com’era?», commenta lo scrittore veneziano già Premio Campiello, Andrea Molesini, in uscita a breve con Il rogo della Repubblica.
«La politica non capisce che il meraviglioso è fragile e dimentica l’incidente di San Basilio. Oggi l’immediato prevale sulla riflessione e siccome viviamo nell’epoca della riproducibilità non ci rendiamo conto della potenziale tragedia che rischiamo facendo entrare le grandi navi in Bacino San Marco».
Per Toto Bergamo Rossi, presidente della Fondazione Venetian Heritage, si maltratta la città. «È uno sfregio perpetuato da anni e questo l’ennesimo schiaffo», spiega.
«Venezia dovrebbe essere protetta, ma invece viene maltrattata». Per Bergamo Rossi non devono passare, nemmeno nelle prossime due date. «In occasione del Redentore 2018 e 2019, quando il Canale della Giudecca era interdetto, le grandi navi sono state portate a Marghera», conclude. «Quindi, perché non farlo anche per le prossime ripartenze a giugno?».
Per Lidia Fersuoch, già presidente e anima di Italia Nostra Venezia, è una presa in giro continua. «Sono esasperata da questo balletto infinito», dice. «Le grandi navi non devono entrare nella laguna il cui perimetro, fino alle bocche di porto incluse, è definito da un decreto del ministero dei Lavori pubblici». Fersuoch è inoltre preoccupata perché teme che, quando la pandemia passerà, tutto tornerà peggio di prima, in nome della ripresa. «Abbiamo visto l’erosione che provocano le grandi navi?», prosegue.
«La laguna centrale è un cratere, distrutta dal passaggio nel canale dei Petroli. Bisogna riconvertire la Marittima a una portualità accettabile per mantenere i posti di lavoro, ma impedire che entrino le crociere». L’attivista ricorda che grazie al pressing del dei No Grandi Navi era stato approvato un emendamento nel 2014, che prevedeva una verifica della compatibilità ambientale delle navi, studio mai stato fatto.
Intanto, domani il comitato No Grandi Navi terrà un’assemblea aperta in campo Santa Maria Formosa, alle 15, con posti distanziati. «Faremo il punto sulla situazione e sulle prossime ripartenze da Venezia», spiega Marco Baravalle, tra i portavoce. «Seguiranno interventi di Andreina Zitelli di Ambiente Venezia e dell’ingegner Luigi D’Alpaos, sullo stato di salute della laguna e sul Mose». —
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