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Апрель
2021

L’antiage bio e davvero efficace

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Gli antiage bio
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Valérie Grandury, che ha fondato il marchio green Odacité, vive a Los Angeles da dieci anni. Conosce perfettamente tutte le nuove tendenze e mette l’accento sulla convivenza pacifica tra naturale e sintetico.

«Basta andare in Montana Avenue, a Santa Monica per trovare di tutto», commenta. «Il rito settimanale prevede il passaggio da Whole Foods per comprare verdura biologica, poi al Detox Market per i cosmetici bio e infine trovarsi da Nurse Jamie per le iniezioni di tossina botulinica».

Oggi in California (ma anche in altre parti del mondo) le fan del bio usano sieri, maschere e creme naturali, ma vanno dal dermatologo per i ritocchi, perché vogliono risultati tangibili e immediati.

COSMETICI BIOLOGICI
«Il consumo di cosmetici biologici è ormai stabile da diversi anni. «Da quando, nel 2002 l’uso della tossina botulinica è stato autorizzato, tutto è cambiato»,  è il commento di Pascale Brousse, che ha dato vita alla società di consulenza Trend Sourcing, con una vocazione green e sostenibile. «Per rimanere competitiva, l’industria cosmetica ha dovuto mettersi in discussione e creare prodotti con effetti visibili immediati. Tre anni dopo è scoppiato lo scandalo dei parabeni e il mondo beauty biologico ne ha ampiamente approfittato. Possiamo tuttavia notare che, nel 2018, il 40% delle donne francesi (studio lfop) pensava ancora che i prodotti biologici non fossero efficaci. Ma da allora la mentalità è cambiata: i marchi green hanno iniziato a promettere risultati quantificabili su rughe o compattezza».

L’EVOLUZIONE DELLA BIO-BEAUTY
I cosmetici bio quindi sono maturati. Tra il 2017 e il 2018, le vendite sono aumentate di oltre il 7% in Europa e del 18,7% solo in Francia, secondo uno studio di Ecovia Intelligence. Questa crescita lo rende uno dei settori più dinamici della cosmetica, che dovrebbe svilupparsi in modo ancora più significativo nei prossimi anni. Ovviamente un tale interesse da parte del pubblico ha scosso l’intero settore. Il lancio sul mercato di marchi clean, un compromesso tra cosmetici convenzionali e prodotti biologici basici, ha fatto esplodere le richieste.

«Il livello d’investimento nel settore biologico è stato limitato per molto tempo, ma il mercato ha subito un vero cambiamento circa due anni fa quando i fornitori di ingredienti hanno cambiato completamente il loro approccio», spiega Daniel Joutard, creatore indipendente di cosmetici per diversi marchi bio o green. «Il naturale è al centro dell’interesse generale in vari settori. Oggi nel mondo beauty quasi tutte le molecole lanciate sul mercato sono almeno clean o naturali, quindi compatibili con i brand bio».

Questi grandi investimenti permettono di aumentare la qualità dei prodotti. «I fornitori di materie prime stanno facendo sempre più test in vivo per capire come dosare gli attivi perché siano più efficaci», spiega Thierry Cotton, direttore di laboratorio in L’Oréal. «Tutto questo mi rende molto ottimista sul futuro del biologico. Penso che riuscirà a superare la cosmetica tradizionale».

TEXTURE MIGLIORATE
L’evoluzione è particolarmente evidente nelle texture. Ormai è sempre più difficile notate la differenza tra una crema da giorno biologica e una convenzionale. Ci sono ancora creme pesanti e appiccicose con un profumo vegetale troppo marcato, ma sono gradualmente sostituite da quelle più leggere con sentori di agrumi o fiori. Tuttavia, non sono ancora così facili da creare: per essere etichettate come biologiche, le creme non devono contenere siliconi, le famose molecole sintetiche inerti, non tossiche ma non biodegradabili.
«Sono loro a fornire le sensazioni piacevoli di una crema», spiega Louise Galand, responsabile marketing R & S del marchio Patyka. «Farne a meno rappresenta una sfida, ma grazie a emulsionanti naturali, come gli esteri d’olio d’albicocca o di ricino, riusciamo a ottenere l’aspetto morbido, scivoloso e leggero. La tecnica di esterificazione è stata affinata: non ci accontentiamo più di utilizzare oli più o meno secchi allo stato naturale. Ora possiamo trasformarli (spesso utilizzando enzimi che tagliano le catene delle molecole), per dare loro le proprietà che desideriamo».

Una volta modificati, spesso diventano meno interessanti come antiossidanti. Ma sono più stabili e meno grassi, così da ottenere un’ampia gamma di consistenze, proprio come con i siliconi, pur rimanendo emollienti. È anche possibile ottenere gel trasparenti, grazie a gelificanti naturali come agar-agar, argilla o alcuni amidi. Per quanto riguarda l’aspetto appiccicoso, può essere evitato con silicio o mica gelificati.

«Usiamo anche derivati ​​della lecitina che sono meno odorosi, appiccicosi e colorati», conferma Thierry Cotton. «Per quanto riguarda il profumo, possiamo anche rendere fioriti i sentori vegetali, grazie alle note degli oli essenziali, in piccole dosi per minimizzare il rischio di allergie”.

ANTIAGE NATURALI
I grandi progressi nella formulazione hanno così permesso di ottenere una serie di trattamenti più sofisticati e più tecnologici. In questo campo, la pioniera dei cosmetici biologici anti-età, è Tata Harper, nome storico e di punta di The Beautyaholic’s Shop, boutique online specializzata in prodotti naturali e organici, con una selezione in continua evoluzione e che raccoglie il meglio della produzione italiana e internazionale. Tata Harper ha clienti fedelissime tra le celebrities, come Lake Bell, Gwyneth Paltrow, Tracee Ellis Ross, Julianne Moore, Emma Watson, Brooke Shields, Anne Hathaway.

«Cambio le mie formule costantemente» spiega. «Nel 2013 ho lanciato la linea Supernatural, potenti agenti anti-age, ma da allora ho scoperto conservanti e altri ingredienti più efficaci. Spesso è necessario utilizzare più molecole nei prodotti biologici in modo che funzionino in sinergia e siano efficaci nel tempo. Di recente ho incorporato quattro ingredienti attivi che levigano le rughe a velocità diverse. Il trattamento può quindi essere efficace dal momento dell’applicazione, ma anche quattro ore dopo e a fine giornata».

Tata Harper collabora con laboratori di tutto il mondo che le consentono di selezionare principi attivi sempre più specifici. Oggi è interessata alla connessione tra la pelle e i tessuti neurologici, cioè  il neuro-invecchiamento che porta a una perdita di densità nell’epidermide.

LE VERSIONI BIO
Ingredienti più classici e molto potenti sono disponibili anche in versione biologica, come ad esempio il resveratrolo. Nei laboratori di Sanoflore, il marchio biologico del gruppo L’Oréal, viene estratto dal gelso selvatico. L’acido ialuronico, che permette alla pelle di essere ben idratata, si ottiene attraverso la fermentazione di fermenti lattici e piante, come il grano o l’avena. Si possono ottenere anche sostituti ​​naturali degli acidi salicilico e ferulico grazie alla salvia o al melograno. Si ricavano poi proteine ​​(o peptidi) dai semi germinati. All’interno dei prodotti i laboratori dosano questi ingredienti nelle stesse proporzioni dei loro equivalenti sintetici. Ma le molecole che hanno un effetto subito visibile, come i derivati ​​del retinolo (vitamina A) o la vitamina C, sono poche o non disponibili in forma naturale. Per imitarne i risultati, i formulatori utilizzano molecole che non hanno nulla a che vedere con questi principi attivi ma dagli effetti molto simili. Le molecole come il retinolo sono note da decenni mentre il mercato biologico resta giovane. Ci sono molti ingredienti attivi e la selezione delle soluzioni davvero efficaci richiederà tempo.

«Ci sono piante molto interessanti come il bakuchiol, spesso indicato come retinolo vegetale», spiega Daniel Joutard. «Il suo processo d’estrazione è compatibile con l’etichetta biologica. Le molecole leviganti, paragonabili agli effetti della tossina botulinica, sono generalmente peptidi organici estratti da piante e con molteplici proprietà».

OLI VEGETALI
Per iniziare a scoprire il mondo beauty bio si può partire dagli oli vegetali che possiedono grandi benefici, ormai riconosciuti da tutti gli esperti. Sono ideali soprattutto per chi ha bisogno di comfort e nutrizione. Ricchi di vitamine e antiossidanti, proteggono la pelle anche dallo stress. In più l’intero olio è efficace, a differenza delle creme, che sono in gran parte costituite da acqua. Gli oli vegetali sono più ricchi dei derivati ​chimici, interessanti ma inerti. Secondo gli studi, le sostanze naturali usate da sole sono migliori per la cura della pelle rispetto alle molecole chimiche. L’unico problema resta il prezzo. Un olio biologico costa sempre tra 2,5 e 3 volte di più rispetto alla versione convenzionale, soprattutto quando si vuole estrarlo e purificarlo in modo tradizionale, per preservarne la qualità. E questo prezzo varia enormemente di anno in anno, secondo le condizioni meteo. Il mercato è pieno anche di marchi che prediligono ingredienti km zero, come Oden o Nuxe Bio con la sua ultima formula a base di estratto di riso della Camargue.

LA PROTEZIONE SOLARE
È risaputo ormai che la prima azione antietà è proteggersi dal sole. In quest’area sono tutti d’accordo: le creme biologiche non sono proprio il massimo. Questo dipende dai filtri UV disponibili, che sono molto difficili da integrare nelle creme. «Il più facile da integrare è lo zinco, che è molto stabile, ma le etichette organiche non lo accettano nella sua forma migliore di nanoparticelle», spiega Daniel Joutard. «Le particelle più grandi lasciano una patina bianca sulla pelle, che non è molto attraente. In generale, un prodotto solare è molto difficile da creare e lo è ancora più se si sceglie la strada bio».

ETICA E SOSTENIBILITÀ
I cosmetici biologici sono necessariamente l’opzione migliore per proteggere l’ambiente? Non tutti sono di questa opinione. Sue Nabi, che nel 2017 ha lanciato il marchio clean Orveda e di recente è stata nominata CEO di Coty, ha privilegiato le biotecnologie rispetto alle formule organiche.
«La biotecnologia (metodi di lavorazione non inquinanti come la fermentazione) consente di ottenere risorse sostenibili», commenta. «Questa è la risposta definitiva: coltivando principi attivi in ​​un bioreattore con l’aiuto di batteri, utilizziamo pochissime risorse naturali e inquiniamo molto meno. Un substrato vegetale con l’acqua, in un reattore consente di ottenere tonnellate di attivi. Così ad esempio, ottengo il kombucha».

Queste tecniche, che vengono spesso chiamate chimica green, sono ancora rare per essere certificate biologiche. Le biotecnologie, secondo chi le utilizza, sarebbero la soluzione più intelligente per preservare le risorse naturali.

«Se volessi essere un po’ provocatoria potrei addirittura dire che l’eccesso di agricoltura biologica potrebbe essere potenzialmente il prossimo grande scandalo nel mondo della cosmetica», osserva Sue Nobi. «In alcune parti del Sudamerica, gli avocado biologici sono riservati al mercato cosmetico europeo e non si possono mangiare. Se tutte le grandi maison del mondo beauty diventassero bio, verrebbe a mancare il cibo per gran parte della popolazione mondiale». Questo non significa rinunciare al biologico, soprattutto quando viene utilizzato su piccola scala, a fianco degli agricoltori, ma non è necessariamente la risposta a tutto. E così nemmeno gli ingredienti naturali.

«Anche la mica naturale, ampiamente utilizzata dalle formule biologiche, solleva interrogativi», continua Sue Nobi. «In particolare sulle condizioni dei lavoratori che la estraggono. I consumatori si aspettano prodotti sempre più efficaci, ovviamente, ma è indispensabile che siano anche virtuosi».




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