Non buttiamo a mare anche l'estate
Siamo come atleti la sera prima, pronti alla gara che vale tutto. Viviamo l’attesa, la vigilia del giallo (inteso come zona, non il cartellino), di quando potremo tornare a sederci al tavolino del bar o del ristorante. C’è un’aria evidente da sabato del villaggio che permea le nostre città. Atmosfera più che legittima dopo mesi monacali. Premesso che, nero su bianco, ancora non c’è nulla e che una decisione verrà presa solo venerdì prossimo, vanno fatte un paio di considerazioni. L’indice dei contagi certificato venerdì dall’Istituto superiore di sanità racconta per fortuna che l’Emilia-Romagna ha dati in costante (anche se lento) miglioramento. Insomma, se l’andamento resterà questo, dal 26 aprile le maglie si allenteranno e torneremo a riconquistare spazi di normalità. Ecco, spazi. Perché la vera normalità sarà più difficile da recuperare. Per questo servirà uno sforzo collettivo di buonsenso e prudenza. C’è il rischio, come sempre, che gli scivoloni di qualcuno mandino a monte i sacrifici di tutti gli altri. Non possiamo permettercelo. Insomma, vietato sbracare. L’appello è a tutti noi, a non farci prendere dalla sbornia da liberi tutti e continuare a rispettare almeno quelle regole base che, dopo un anno di privazioni, dovrebbero esserci entrate in testa. Già ieri le immagine di alcune piazze non erano quelle tipiche da zona arancione. Non si tratta di essere intolleranti, solo attenti a mantenere quei comportamenti che, si spera, potranno portarci fuori da questo disastro costato migliaia di vite, lacrime e patemi. Quando sarà il momento, godiamocela sì, ma con la testa sulle spalle. Molto dipende da noi, nell’attesa che i vaccini spezzino le catene del virus. —