Basta una registrazione online per vaccinarsi in Serbia e anche dal Friuli si prenotano. Un professionista: “Fatta la prima dose, nessun problema”
UDINE. La vaccinazione in Italia diventa un miraggio? Si può sempre optare per la Serbia, dove il governo ha dato il via libera (già a gennaio scorso) alla vaccinazione degli stranieri. Una possibilità che a tutti coloro che al momento non rientrano nelle categorie chiamate a vaccinarsi nel nostro Paese – over 60, 70, 80 e fragili – fa certamente gola. E ha spinto, anche in Friuli Venezia Giulia, più di qualcuno a tentare la via dei Balcani per farsi inoculare il vaccino.
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«L’ho fatto ed è andata bene. Ho scelto Pfizer e racconterò tutto a valle della seconda dose, per scaramanzia», spiega un professionista udinese che per ora preferisce mantenere la sua identità riservata, garantendo però che è stato un gioco da ragazzi. Facile. «Prenoti in rete, ti danno l’appuntamento, quando ti presenti scegli quale vaccino fare».
Così facile che a optare per questa possibilità sono stati fin qui 53 mila stranieri, in maggioranza cittadini di altri Paesi della ex Jugoslavia – Bosnia-Erzegovina, Macedonia del Nord, Montenegro – ma anche di altri Paesi europei, Italia compresa.
Un interesse che immancabilmente ha fatto fiorire le prime truffe sotto forma di viaggi organizzati da agenzie turistiche nazionali o estere. A denunciarlo è stato il responsabile di eUprava Mihailo Jovanovic precisando che la prenotazione, sia dei cittadini serbi che degli stranieri, va effettuata sul portale governativo eUprava, compilando il questionario online, disponibile sia in caratteri cirillici che latini.
«Al momento – ha quindi aggiunto Jovanovic – siamo concentrati sulla vaccinazione dei nostri cittadini».
Avanti i serbi dunque, anche se il turismo vaccinale, ormai innescato, non sembra destinato ad esaurirsi in breve. Ma è davvero tutto oro quel che accade a poche centinaia di chilometri di distanza dal Fvg?
A credere di no è Giorgio Barzazi, presidente del consiglio di amministrazione della Spik doo, impresa del gruppo Fantoni che a Ivanjica, città serba a 200 chilometri da Belgrado, produce pellet. «Ho preso in considerazione la vaccinazione in Serbia e ho anche provato a prenotarmi. Potevo farla la scorsa settimana, ma i vaccini Pfizer, Moderna e AstraZeneca non erano disponibili, restava l’alternativa di quello cinese e quindi ho lasciato perdere. Lo farò in Italia», racconta Barzazi aggiungendo d’esser stato fortemente titubante fin dall’inizio. Sentimento di certo condiviso da coloro che hanno anche solo preso in considerazione la possibilità di vaccinarsi nel Paese dell’ex Jugoslavia. Non ultimo per l’onere del viaggio Udine-Belgrado andata e ritorno, da farsi non una, ma ben due volte, per la prima dose e poi per la seconda. Totale: 2.728 chilometri. E magari pure un paio di notti in albergo.