I bracconieri catturano un cinghiale: i resti lasciati sul sentiero del Venda a Cinto Euganeo
CINTO EUGANEO. Continuano le catture di frodo dei cinghiali nell’area del Parco Colli. I resti di un ungulato (interiora e mantello) sono stati trovati da un escursionista due giorni fa mentre passeggiava con il proprio cane lungo un sentiero sul versante sud del monte Venda, nella zona di Pedevenda, a poche centinaia di metri da Casa Marina.
Poco lontano ancorato ad una pianta di olivo, c’era un laccio costruito artigianalmente con del filo d’acciaio, teso sul passaggio degli animali.
«I resti del cinghiale testimoniano che l’animale è stato catturato ed eviscerato sul posto, come fanno di solito i bracconieri per avere una carne migliore», spiega l’escursionista. «Poco più avanti ho trovato la carcassa di una volpe in avanzato stato di decomposizione. È evidente che era finita nel laccio e non essendo la carcassa di interesse per il bracconiere è stata abbandonata per terra».
Il fatto è stato denunciato venerdìmattina ai carabinieri forestali anche perché la persona che si è accorta dei lacci teme che ci possano finire dentro altri animali. Il bracconiere sembra tenga monitorato quotidianamente i lacci e tutte le mattine si reca sul posto per vedere se ci sono catture. Oltre al timore per gli animali domestici, c’è il problema della situazione igienico-sanitaria che quelle interiora e quella carcassa di volpe possono creare.
Anche perché la zona è moto battuta dalle famiglie che vanno a passeggio nell’area del Pedevenda. Circa due mesi fa un fatto del genere si era verificato sul colle Regazzoni, in un terreno agricolo tra Torreglia e Montegrotto Terme, dove nelle tagliole era finita una volpe che è stata trovata morta da una persona di passaggio, che aveva poi denunciato il fatto ai carabinieri.
Erano i giorni della notizia dell’avvistamento della lupa Cecilia. In un primo momento si era pensato che quelle trappole fossero state messe per catturare la lupa. L’indagine dei carabinieri forestali ha portato alla denuncia di un settantenne di Torreglia che probabilmente aveva teso quei lacci con l’obiettivo di catturare i cinghiali. ––