Corsa ai plateatici, locali trevigiani al lavoro. Camerieri già richiamati in servizio
TREVISO. All’indomani della svolta targata Draghi, baristi e ristoratori hanno fatto partire il countdown: «Non vediamo l’ora». Ma c’è pure chi fissa il cielo e incrocia le dita: «Se piove, mando via la gente mentre mangia? Una presa in giro».
Nell’attesa del 26 aprile, quando sarà possibile la consumazione all’esterno a pranzo e a cena (fino alle 22, probabilmente), è scattata la caccia al plateatico. Già l’anno passato i dehor si estesero a dismisura, con tanto di chiusura a Treviso per alcune strade del centro storico, e il refrain non muterà nelle prossime settimane, riservando probabili novità in materia di plateatici, sedie e ombrelloni.
Un panorama decisamente diverso rispetto ai tavolini accatastati e protetti da teli che si notavano ieri. Già si vocifera, ad esempio, di un inedito colpo d’occhio per piazzetta Battistero. La giunta Conte, in tal senso, ha garantito maxi-agevolazioni: si può collocare il plateatico nel raggio di 200 metri, nessun costo per l’occupazione di suolo pubblico, possibilità di ampliamento del dehors fino a 270 metri quadrati.
Ma come la vedono i diretti interessati? La lunga notte della categoria, il 26 aprile saranno quasi due mesi dalle ultime consumazioni al tavolo (la cena manca addirittura da fine ottobre), è ormai alle battute conclusive. E all’indomani della conferenza stampa del premier Draghi è tempo di verificare le distanze. I protocolli proposti dalle Regioni (ora attesi dalle verifiche del Comitato tecnico scientifico) impongono un metro fra tavoli all’esterno. All’interno, ne dovrebbero servire due, ma le somministrazioni al chiuso sono rinviate a giugno.
«La svolta è molto positiva, significa tornare quasi a una vita normale», riflette Paolo Vianello, titolare del bar Due Pomi, «Dopo tante proteste, finalmente qualcosa è cambiato. La sera non si potrà fare tardi, ma ci sarà il tempo per garantire un aperitivo completo: è un importante passo avanti. Ora la speranza è che la gente rispetti le regole. Il meteo? Potrà essere un limite, ma confidiamo nel bel tempo: i trevigiani avranno voglia di tornare a uscire».
Alla terrazza San Tomaso, il socio Giovanni Comand si gode il giardinetto interno: «Non vediamo l’ora. Ho chiamato subito camerieri e cuochi: hanno tanta voglia di riprendere a lavorare. Sono in quattro in cassa integrazione: stavano subentrando disagi di natura economica. E poi, il nostro target è anzitutto serale: fondamentale ritrovare la cena». Di altro umore è Mirella Trentinaglia, della pizzeria Da Roberto: «Metti che ho una coppia di fidanzati a cena. Se piove, devo mandarli via? È una riapertura vincolata all’aspetto climatico: ridicolo e imbarazzante». —
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