Era il 1939 quando la regina Elisabetta, all’epoca una principessa 13enne, cominciò una regolare corrispondenza con l’affascinante Filippo, cinque anni più grande, incontrato durante un viaggio di famiglia al Royal Naval College. Oggi, 82 anni dopo quei primi scambi di lettere, la sovrana ha lasciato sulla bara del compianto marito un ultimo messaggio, un tenero addio scritto a mano, come da tradizione.
Un dettaglio che, durante l’estremo saluto al duca di Edimburgo, non è sfuggito alle telecamere posizionate nella cappella di San Giorgio: immersa nella ghirlanda di fiori, infatti, spicca la card di Buckingham Palace bordata di nero, usata per i funerali. Lo staff di corte non ha rivelato il contenuto della lettera, dalle inquadrature si scorgono tre parole: «In loving memory», ossia «all’amorevole memoria».
Se sia stata la stessa regina a deporre il bigliettino non è dato saperlo, ed è impossibile pure conoscere cosa le sia girato per la mente durante il suggestivo minuto di silenzio nel quale ha chinato la testa, da sola, vicino all’altare. Potrebbe aver ripensato ai momenti più intensi passati insieme a Filippo, suo marito per oltre 73 anni, dal fatidico sì a Westminster fino al recente lockdown a Windsor.
Un’iconica love story, scandita appunto dalle lettere che i due erano soliti inviarsi. Guardando il feretro del marito, nel corso della processione, la regina si è asciugata gli occhi, ma senza perdere il suo inconfondibile aplomb: in chiesa si è seduta isolata nella parte anteriore del coro, mostrando tenerezza e dignità. Lei, per qualche istante soltanto «Lilibet», il suo affettuoso soprannome d’infanzia.
Con cui era solito chiamarla Filippo. E con cui – assicurano i tabloid – Sua Maestà ha firmato quell’ultimo messaggio.