«Navalny sta morendo», l’allarme della portavoce che scuote Biden (e non solo)
«Alexei Navalny sta morendo. Nelle sue condizioni, potrebbe essere questione di giorni». Dalla prigione russa di Pokrov, dove il blogger oppositore di Vladimir Putin è in sciopero della fame dal 31 marzo per protestare contro le pessime condizioni di detenzione, trapelano inquietanti indiscrezioni firmate dalla sua portavoce, Kyra Yarmysh. «Gli avvocati nel weekend non riescono a raggiungerlo e nessuno sa quel che succederà lunedì».
Un drammatico allarme al quale è seguita una lettera dello staff sanitario personale di Navalny, ossia la dottoressa Anastassia Vissilieva e altri tre medici: «La concentrazione di potassio nel sangue ha raggiunto un livello critico, significa che possono verificarsi una compromissione della funzione renale e gravi problemi cardiaci. L’aritmia può svilupparsi da un minuto all’altro, il paziente va ricoverato in terapia intensiva».
Parole che hanno scosso l’opinione pubblica mondiale e provocato l’immediata reazione del presidente americano Joe Biden: «È totalmente ingiusto e inappropriato», scrivono dalla Casa Bianca, che già di recente si era scontrata violentemente contro il Cremlino. Inoltre, più di 70 artisti internazionali hanno pubblicato un appello a Putin – pubblicato sul sito di Le Monde – affinché vengano prestate a Navalny cure mediche urgenti.
Da Jude Law a J.K. Rowling, da Vanessa Redgrave a J.M. Coetzee, fino al premio Nobel Svetlana Alexievitch, tutti seriamente preoccupati per le condizioni di salute di Navalny. Che lo scorso agosto, curato in una clinica di Berlino, è sopravvissuto ad un avvelenamento con un agente nervino. Al rientro in Russia, a gennaio, è stato arrestato e condannato a due anni e otto mesi di reclusione, una sentenza che ha scatenato le proteste.
Anche oggi Yarmysh chiede un appoggio di massa per una nuova protesta, al fine di puntare ancora i riflettori su Navalny. E provare a salvargli la vita.