Per bar e ristoranti la protesta non si placa
Valentina Innocente
Milano. Spiagge pronte a riaprire a maggio, previa vaccinazione dei bagnini. Musei che attendono il via libera in base al “colore” della Regione; ristoratori preoccupati di dover aprire solo all’esterno (sono 116mila i locali senza dehors) e mondo dello spettacolo che torna in piazza, questa volta a Roma, per chiedere ristori certi. Il cronoprogramma di aperture annunciato ieri dal presidente Mario Draghi ha provocato, allo stesso tempo, sollievo e dubbi in base al settore coinvolto.
I RISTORATORI
Levata di scudi anche dal mondo della ristorazione, nonostante la possibilità di aprire i locali, in zona gialla, a partire dal 26 aprile. «Riaprire solo le attività che hanno i tavolini all’esterno, significa prolungare il lockdown per oltre 116mila pubblici esercizi. Il 46,6 per cento di bar e ristoranti della penisola non ha spazi all’aperto e questa percentuale si impenna nei centri storici delle città nei quali vigono regole molto stringenti. Se questo è il momento del coraggio, che lo sia davvero», lamenta la Federazione pubblici esercizi Confcommercio.
I BALNEARI
Soddisfatti invece i proprietari degli stabilimenti balneari che sono pronti a riaprire il 15 maggio, in linea con le nuove indicazioni del governo. L’incognita maggiore riguarda i protocolli da seguire. «Se saranno confermati quelli dello scorso anni, siamo pronti a partire da subito. Se ci saranno modifiche, ovviamente dovremmo adeguarci», spiega Stefano Gazzoli, presidente regionale dei balneari della Toscana di Confesercenti. «Ora abbiamo un riferimento su cui basarci per organizzare il lavoro e speriamo che sia una data definitiva», rincara la dose Mauro Vanni, presidente della Legacoop dei Balneari di Rimini. «Abbiamo lavorato tutto l’inverno per preparare la riapertura e ci stiamo organizzando per accogliere nel miglior modo possibile gli ospiti anche per recuperare quello che l’anno scorso non abbiamo fatto», aggiunge. Per tutti, da nord a sud, l’urgenza è anche quella di vaccinare il prima possibile il personale, soprattutto quello che si occupa di salvataggio, come i bagnini. «È chiaro che in questo momento la priorità va data alle persone fragili. Ma qualora ci siano i vaccini sufficienti i bagnini dovrebbero rientrare tra i soggetti prioritari a riceverlo: lo abbiamo già chiesto, come categoria e come sindacato, alla regione Toscana», dichiara Marco Daddio, presidente dei balneari di Lido di Camaiore, in Versilia. —