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Апрель
2021

Letta chiama i 5 Stelle «in un centrosinistra costruito intorno a noi»

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Nadia Pietrafitta

Roma. Il Pd «esiste, è vivo ed è molto vivace». Enrico Letta riunisce gli oltre mille delegati dell’assemblea nazionale dem per esaminare insieme a loro i risultati della consultazione svolta nell’ultimo mese tra i circoli. Il “conclave” si riunisce da remoto, ma il segretario ci tiene a mostrare alcuni dati: «State tranquilli, non sarò un segretario da slide», ironizza, facendo riferimento – pur non in modo esplicito – al modello Renzi. «Il metodo partecipativo funziona», esulta snocciolando parole chiave e priorità della ripartenza. Le Agorà democratiche, in programma dal primo luglio al 31 dicembre, serviranno a mettere a terra un «partito nuovo», che non si limiti a «guardare al proprio ombelico» e «risolva i propri problemi aprendosi all’esterno». Il traguardo al quale Letta guarda sono le prossime Politiche. Per vincere serve l’impegno «non di 600 candidati, ma di centomila persone. Non si vincono le elezioni con ottime e costose squadra di comunicazione, magari americane – il nuovo affondo a Renzi – ma se centomila testimoni e costruttori delle nostre idee».

Certo, snodo fondamentale rimane quello delle alleanze. «Le costruiremo – assicura il segretario –. L’obiettivo è arrivare alle Politiche con un nuovo centrosinistra guidato da noi e costruito intorno a noi, che dialoga con il M5S». In questo percorso, il leader dem ne è consapevole, le amministrative saranno «un primo test di passaggio». La linea resta sempre quella di usare le primarie «per rispettare le scelte dei territori», senza candidati calati dall’alto. Una correzione di rotta, lieve, si registra: serve «la duttilità necessaria», i gazebo si faranno quindi «quando questo è ritenuto necessario dai territori». Il particolare non sfugge a Carlo Calenda, che attacca: «Contrordine compagni e amici. Le primarie non sono più intoccabili ma diventano duttili. Si possono fare o non fare, oppure si possono svolgere dove conviene mantenere il potere e non altrove. In sostanza una sorta di primarie “a scomparsa”», ironizza.

Da qui al voto, comunque, va avanti il lavoro di costruzione dell’identità dem, in una fase nella quale il sostegno al Governo di (quasi) tutti guidato da Mario Draghi, può appannare il dna di ogni forza politica. Ecco allora che, con decisione, Letta – dopo le parole del premier che ha bollato la mozione del Senato sulla cittadinanza italiana a Zaki come «un’iniziativa parlamentare», della quale «il Governo non è stato ancora coinvolto – prende posizione. «Il Parlamento ha fatto un gesto importante con l’unanimità, chiediamo al Governo di dare seguito a quella decisione del Parlamento», scandisce. Marcare la distanza con l’alleato Matteo Salvini significa poi, per Letta, ribadire la sua vicinanza al ministro della Salute: «A Roberto Speranza va non soltanto il nostro sostegno, ma molto di più. Sta facendo un grande lavoro ed è il lavoro di tutti noi», mette in chiaro. Bene anche «le riaperture in sicurezza». Ora «fondamentali» il decreto imprese e il Pnrr. «Giovani, donne e Mezzogiorno le priorità del Pd». »Serve un welfare che sia in grado di aiutare le famiglie che si trovano ad affrontare la sfida della non autosufficienza», sottolinea il segretario che poi accende i riflettori affinché «parta l’assegno unico nella seconda metà dell’anno, perché si riesca a renderlo operativo, e noi vigileremo perché questo accada». —




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