Belluno, lo storico caffè Manin torna subito sul mercato
BELLUNO. Il caffè Manin sembra vicino al cambio di gestione. Trattative in corso. Domani 20 aprile un incontro decisivo tra Segafredo Zanetti, l’attuale gestore, la siciliana Ingrid Amendola e un possibile sostituto, che potrebbe arrivare a sua volta da fuori provincia. Si chiacchiera di Treviso. Le voci in questa direzione si stanno rincorrendo ormai da diverse settimane.
Da tempo, le luci sono spente e c’è un catenaccio con il lucchetto sulla porta d’ingresso, perché l’asporto sarebbe in perdita e c’è un grosso problema da risolvere: quello del bagno dedicato ai disabili, che richiederebbe uno spazio, al momento, non disponibile.
Alfonso Amendola, il padre di Ingrid, sta facendo un ultimo tentativo: «Non mollo il Manin e immagino che qualcuno rimarrà deluso. Non so chi abbia messo in giro questa diceria. Posso confermare che l’incontro di domani, nel quale si prenderà la decisione definitiva».
Ma non è un mistero che si stia cercando un nuovo direttore, dopo meno di un anno di apertura a singhiozzo per il Covid-19, con l’imperativo di differenziarsi dalla precedente gestione guidata da Mirta Zanolla, che per qualche settimana era rimasta dietro al bancone, prima di attraversare piazza dei Martiri e sistemarsi all’Astor.
Non si può dire che la famiglia Amendola sia stata fortunata, nella trasferta da Catania a Belluno: «Credo di aver trovato la gestione più sfortunata possibile», sospira Alfonso Amendola, «siamo stati condizionati dalla pandemia e ci abbiamo perso tanti soldi. Eravamo animati dalle migliori intenzioni, però non c’è dubbio che la situazione sia molto difficile, soprattutto dal punto di vista economico. E poi c’è davvero il guaio dei servizi igienici, che sono solo per uomini e donne».
Gli Amendola hanno anche riaperto il ristorante al Sasso, in via del Cansiglio, che è a sua volta chiuso: «Non potremo ricominciare a lavorare il prossimo 26 aprile, perché non abbiamo spazi esterni, di conseguenza saremo costretti a rinviare». —