«Esu a Padova, gli addetti al portierato sotto la soglia di povertà con 4,7 euro l'ora»
PADOVA. Con un compenso netto di 4 euro e 70 centesimi all’ora, i lavoratori delle società private che svolgono servizio di portierato per le residenze dell’Esu, vivono ormai sotto la soglia di povertà. Nel tempo, con il passaggio dalle dipendenze dirette dell’Ente alle società appaltatrici (Sicuritalia e Civis) hanno visto modificare il loro contratto in modo sempre peggiorativo, prima Multiservizi e ora Servizi fiduciari, l’ultimo gradino della scala. E ora, come se non bastasse, Sicuritalia - con un’assemblea in programma domani - vorrebbe cancellare anche le poche maggiorazioni rimaste.
I lavoratori, una quindicina, sono disperati e hanno affidato ad Adl il compito di avviare una causa legale. Da un lato chiedono il riconoscimento della continuità lavorativa, visto che hanno sempre gli stessi compiti e nello stesso posto - le residenze degli studenti - mentre le loro condizioni retributive peggiorano costantemente; dall’altro si trovano nell’incredibile situazione di percepire meno di un reddito di cittadinanza pur lavorando per un ente regionale e svolgendo le stesse mansioni di altri addetti al portierato che però, essendo dipendenti diretti Esu, guadagnano molto più di loro.
Adl ha chiesto un tavolo di confronto a Regione ed Esu senza ottenere, per ora, nessuna risposta. «È incredibile che un ente pubblico accetti di avere al suo servizio dipendenti sottopagati in questo modo», accusa il sindacato. Della vicenda si sta occupando anche Elena Ostanel, consigliera regionale di “Veneto che Vogliamo”, che ha presentato un’interrogazione all’assessora al Lavoro Elena Donazzan.
Ostanel chiede di sapere «quali interventi siano previsti per migliorare le condizioni di lavoro di questi addetti» e sottolinea l’ulteriore aggravio di lavoro che c’è stato negli ultimi tempi, quando al check in e check out degli studenti si è aggiunta anche la gestione di ragazzi provenienti dall’estero e che devono fare la quarantena, la misurazione della temperatura all’ingresso e la compilazione delle autodichiarazioni. «Anche solo un ritorno al contratto Multiservizi sarebbe un passo avanti», sostiene Ostanel. Nei prossimi giorni sono previste manifestazioni di protesta. —